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Tudor, il realista

di Stefano Pontoni

"Non sono scontento del mercato, sono scontento quando sento parlare di Europa, quello sì mi fa diventare matto. Io sono realista. Se si portano quattro o cinque rinforzi importanti allora si può parlare di Europa, altrimenti vuol dire che pensate che io sia un mix tra Mourinho e Guardiola. L'Udinese non deve pensare ad altro se non a salvarsi il prima possibile, l'obiettivo nostro è soltanto la salvezza", più chiaro di così non poteva essere Igor Tudor. Realista, come pochi altri, anzi come forse nessuno mai in questi ultimi anni. 

Inutile prendersi in giro, per l'allenatore bianconero la squadra è sostanzialmente quella dell'anno scorso. Stessi valori e quindi stessi obiettivi e, probabilmente, stesse difficoltà. Becao, Jajalo, Wallace e Nestorovski? Giocatori funzionali, buoni acquisti, ma non elementi in grado di spostare gli equilibri, come ormai è usuale dire. Il valore complessivo è lo stesso: senza un mercato importante, senza stravolgere la squadra, difficile ipotizzare un campionato diverso, da parte sinistra della classifica come più di qualcuno si ausipicava. In un momento nel quale l'entusiasmo è tanto, almeno tra i tifosi, Tudor ha voluto riportare tutti con i piedi per terra, mostrare la realtà delle cose, evitando inutili proclami estivi. L'Europa è lontana, ad oggi inarrivabile, ed è meglio non pensarci.

Si intravede un po' di sconforto nelle parole del croato: a due settimane dalla chiusura del mercato l'Udinese è ancora incompleta e soprattutto legata al futuro di De Paul. Mancano infatti due esterni - altro messaggio diretto del tecnico alla dirigenza -, manca un centrale in grado di impostare la manovra da dietro. Erano queste le richieste del tecnico, non ancora accolte da parte della società. In più il nodo De Paul, unico giocatore, permettemelo, di qualità superiore. Se resterà si potrà fare un ragionamento diverso ma se ne andrà, soprattutto senza l'arrivo di un sostituto all'altezza, allora sì che resterebbe un vuoto, allora sì che l'Udinese rischierebbe di essere povera.

Mancano ancora due settimane, c'è ancora tempo. Credo in Marino, nonostante la sua mano ancora non si intraveda più di tanto. Al direttore il compito di trovare, con i mezzi che ovviamente ha a disposizione, quello che manca a questa squadra, quello che serve per far sì che l'Udinese torni ad essere davvero competitiva. Altrimenti il rischio, come detto a chiare lettere da Tudor, è quello di vivere un ennesimo anno di sofferenza, di passare un altro campionato in trincea.

La salvezza non è mai scontata e quest'anno le concorrenti sembrano essere decisamente più agguerrite. Non si intravedono squadre materasso e le neopromosse stanno facendo dei mercati interessanti. Penso al Brescia che tra oggi e domani annuncerà l'arrivo di Balotelli ( tanta roba, nonostante il personaggio, per una provinciale appena salita dalla B), penso al Cagliari che ha riportato in Sardegna Naingollan, penso al Lecce, altra squadra che non ha nessuna intenzione di tornare giù. 

Lo ha capito Tudor, allenatore intelligente e onesto. Dobbiamo capirlo anche noi.


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