Totò, c'è spazio per te in questa Italia?
In questa settimana il campionato è fermo: c'è la sosta, ci sono gli impegni delle nazionali. L'interesse dei tifosi accantona per un attimo i club e si trasferisce allora sulla nazionale azzurra che domani sera a Copenhagen affronterà la Danimarca, in un match valido per le qualificazioni ai mondiali di “Brasile 2014”.
I tifosi dell'Udinese, pensando agli azzurri, sicuramente non possono non avere un'epifania che, come un lampo nel cielo, ricorda nelle loro menti il capitano, Totò Di Natale, esultante con la maglia dell'Italia. Il numero 10 friulano è stato il giocatore più rappresentativo che dall'Udinese in questi anni è stato convocato nella nazionale italiana. Dopo l'esperienza agli Europei di Polonia ed Ucraina, sicuramente positivi per il napoletano, è stato però accantonato dal CT Prandelli che gli ha preferito giocatori più giovani, su cui poter costruire un progetto a lungo termine. In ogni caso una chiamata per la Confederation Cup sembrava essere arrivata ma rifiutata, pochi giorni prima del raduno dal giocatore, bisognoso di tirare il fiato dopo una stagione lunga ed estenuante.
Totò però non sembra aver dimenticato l'azzurro e tanto meno gettato al vento i sogni di partecipare ai mondiali brasiliani. Di Natale è consapevole che questa rappresenti per lui l'ultima occasione per vestire la maglia dell'Italia, dato che la sua carta d'identità, nero su bianco, indica che tra tre giorni, il 13 ottobre, compirà 36 anni. Il talento dell'Udinese non ha però aver perso le speranze e, come dichiarato in parecchie occasioni, vuole provare fino all'ultimo a regalarsi questa ultima avventura mondiale.
“Per quanto riguarda i Mondiali devo cercare di fare meglio di l'anno scorso per arrivare a farmi un regalo per me e per la mia carriera."
Il capitolo quindi della storia azzurra non è ancora chiuso, almeno per lui.
Prandelli però ora come ora, dato il ritorno anche di “Pepito” Rossi, non sembra avere la necessità di ricorrere al capitano dell'Udinese. Di Natale infatti non può rappresentare per caratteristiche l'alternativa a Balotelli e nel modulo prandelliano sembra assai difficile trovargli una collocazione, soprattutto stando al fatto che ormai , data l'età e le gambe, non può più giocare sulla trequarti o fare l'attaccante esterno. Considerando che difficilmente vedremo un cambio radicale di modulo, giocatori come Osvaldo ed Insigne, sembrano essere favoriti rispetto a lui. Inoltre c'è un'altra grana: l'impressionate forma di Francesco Totti. Il capitano della Roma sta attraversando un momento magico in cui sembra aver cancellato i suoi dati anagrafici ed essere tornato il campione dei tempi d'oro, in grado da solo di strabiliare il pubblico e di decidere le partite. L'appeal del capitano giallorosso, a livello emotivo e mediatico, è di gran lunga superiore a quello per Di Natale e, nel caso Prandelli optasse per portare un giocatore d'esperienza, sempre che Totti resti questo, sceglierebbe di certo il campione del mondo. “Se il Mondiale fosse fra 20 giorni non avrei dubbi a portarlo. Un Totti così fa riflettere, il suo modo di stare in campo è unico, interpreta quel ruolo in una maniera unica".
Di Natale però ha anche molti punti decisamente positivi a suo vantaggio. E' certo che un campione del suo calibro e del suo talento cristallino non passerà inosservato da Prandelli, il quale ha detto di seguire tutti i giocatori che aumentano la qualità del gioco e che possono fare la differenza. Totò, dall'alto delle sue raffiche di gol e delle sue giocate fantastiche, non può quindi non essere seguito. Se l'Italia cerca un giocatore che la sappia buttar dentro sempre, anche nei momenti pesanti, ecco allora che il nome del capitano dell'Udinese rieccheggia forte e chiaro. Se la sua condizione poi sarà quella dei tempi migliori sarebbe una certezza in zona gol, una carta sicura da portare ai mondiali ,magari da inserire nei minuti finali, come Inzaghi nel 2006. Il friulano ha poi esperienza e saggezza e potrebbe fungere da grande guida per il gruppo e per i più giovani. Totò inoltre, al contrario di altri attaccanti, ha quel lampo di genio, quella pennellata da fenomeno, in grado di risolvere da sé la partita e di trascinare la squadra. La sua classe è eccelsa. Qualità questa che altri candidati non hanno e che diventa il punto di forza della sua candidatura.
La stagione che porta al Brasile però è ancora molto lunga. Ora sta a lui conquistarsi con forza la maglia e dimostrare che, nonostante non vesta la maglia di una grande, è lui l'attaccante più prolifico ed efficace di questi ultimi anni e che quindi, per diritto conquistato a suon di gol le domeniche sul campo, tocca a lui rappresentarci e farci sognare nella prossima estate.
La parola come sempre adesso al campo, ma soprattutto al fisico che dovrà reggere. In bocca al lupo capitano! Ad Udine puoi star certo che tutti appoggiano la tua candidatura.