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Singin' in the rain

di Simone Narduzzi

Si fa presto a ripiegare sulla soffice poltrona di casa propria in giornate come quella di ieri, quando la poco invitante alternativa consiste nel porsi alla mercé di tuoni e fulmini che parrebbero scagliati da Zeus in persona. Eppure, che lo vogliate o meno, questo è quanto offre il convento più e più volte nella nostra amata terra, anche in occasione delle partite disputate al Friuli dai nostri beniamini. "Ospiti di gente umida", scherzerebbe qualcuno. Perdonate la storpiatura di quello che era il logo portante del nostro turismo, turismo "LIVE" che tanto bene agisce veicolando la nostra cultura al mondo intero. Credo che in questa canzonatura risieda l'essenza stessa del tifoso friulano. Ok, la parola ospiti implicherebbe una degna cornice di pubblico pronta ad accogliere i nuovi arrivati, una sorta di comitato di benvenuto disponibile a offrire in dotazione, con il biglietto, pinne e occhiali per quei nubifragi da "only the brave" che non si fanno mai troppo desiderare nei match casalinghi giocati da Totò & co. Diciamocelo, non è questa una situazione ottimale, e la costruzione del nuovo stadio porrà fine, si spera, a tante rinunce causa maltempo che spesso svuotano i settori a noi riservati.

Ciò che ho riscontrato dal mio soggiorno gallese, però, è stata una certa invidia nel non poter partecipare a partite come queste. Incredibile, direte voi. Facile parlare dal calduccio della propria stanza. Ma ritengo che tifare Udinese comporti anche fare il callo a queste situazioni impervie, giungendo infine a considerarle nulla più che una zanzara fastidiosa. Di conseguenza, finisci con il desiderio di aggiungere anche queste esperienze al tuo curriculum di tifoso. E poi, che appagamento tornare a casa, fradici sì, ma vincitori. Che dico vincitori, superstiti! Perché in quelle giornate non sono solo gli undici titolari a scendere in campo, ma siamo chiamati in causa tutti noi. Si può anche perdere, chiaramente. La miglior soluzione, a tal proposito, ritengo sia una bella cioccolata calda. Vi sembra poco invitante pure questa dolce prospettiva?

Perché si fa presto, sì, a ripiegare su una soffice poltrona. Ma vuoi mettere con la gioia vissuta in prima persona al gonfiarsi di quella rete umidiccia alla faccia del portiere avversario? Con l'incoerenza di gettare ombrelli e orpelli vari all'aria, pur consapevoli di privarsi di strumenti fondamentali per la propria incolumità, per lasciar spazio a sfrenate esultanze? No. No, toglietemi tutto ma non la mia scomoda, incostante compagna domenicale, la mia fredda e ben poco amata pioggia.


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