Ritrovarsi
Lo sappiamo, alle volte basta davvero poco per far si che tutto torni a girare dalla parte giusta. Un episodio, un po' di fortuna, un pizzico di buona volontà possono tranquillamente far ritrovare la retta via a chi l'ha smarrita. Già...anche la nostra Udinese, forse, si è ritrovata. È ancora presto forse però per dare un giudizio ed è meglio attendere il fine settimana tosto che ci aspetta ma qualche piccolo passo in avanti, soprattutto in certi singoli, è certamente stato fatto e si è visto. Tra mille svarioni che continuano imperterriti ad esserci (il gol di Zaza per il pareggio del Sassuolo è un nostro regalo autoconfezionato, con due grossi errori prima di Muriel e poi di Naldo) siamo riusciti a ritrovare i tre punti, per troppo tempo mancati fuori dal Friuli (quest'anno abbiamo perfino perso a Chievo) ponendo fine ad un brutto uno-due di sconfitte tra Milan e Roma.
Merito di chi? Due sono stati gli uomini fondamentali: Brkic e Pereyra.
Il portierone serbo, rientrato dall'accidentale infortunio di questa estate, è sembrato subito essere il più in forma, mettendo nel cassetto lei insicurezze dello scorso anno e sfornando una prestazione di altissima caratura. La parata su Floro Flores, ex dal dente avvelenato, da sola vale il prezzo del biglietto di questo mercoledì sera, per non parlare poi della serie di interventi nel finale su Berardi & co. . Ciò che è stato però più importante delle paratie singole è stata la sicurezza di nuovo data al reparto, come per dire "ragazzi tranquilli qua dietro, ci sono io", e di questo l'Udinese ne aveva troppo bisogno.
Altro degno di nota è stato l'argentino Pereyra. Schierato dietro le due punte dove forse si sente di più a suo agio che non affiancando come punta da solo Totò, finalmente si è ricordato come giocare ad alti livelli. Dopo essere stato in un tunnel lungo e buio ora pare esserne uscito correndo a mille all'ora. Corsa, dribbling
, giocate e sopratutto un assist al bacio servito a Muriel dopo una lunga serpentina, sono linfa necessaria al gioco latitante dell'Udinese. Avere in più il Pereyra dell'anno scorso fa veramente la differenza.
Tra i meno ancora una volta invece Lazzari e Naldo. Il centrocampista, difeso spasmodicamente da Guidolin senza capire il perché, è stato incolore ed ha gettato troppi palloni al vento. Lui, essendo il regista della mediana e l'uomo con più piedi nei quattro di centrocampo, non può sbagliare così tanto ed essere tanto lento da farsi sempre recuperare dagli avversari. Ha grandissime qualità e lo sappiamo, ha solo bisogno di tornare in forma e forse per questo Guidolin fa da parafulmine, riparandolo dalle critiche. Naldo, il brasiliano che fisicamente c'è alla grande, invece continua ad alternare belle chiusure a distrazioni infantili. Deve crescere ancora molto e limare certi erroracci se vuole essere imprescindibile per questa squadra.
Un cameo a parte lo teniamo per Muriel. Il colombiano è stato impalpabile ed irritante con tutte quelle giocate sbagliate per tre quarti del match ma poi, quando veramente la squadra ne aveva più bisogno, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro. Un tiro a giro sotto l'incrocio mostruoso. Questo vuol dire essere campioni ed avere uno qualcosa in più degli altri. Risolvere il match con un colpo solo è caratteristica pregiata, da grandissimi, e lui probabilmente lo è.
In poche parole, abbiamo ripreso la corsa e siam ancora li nonostante tutto nelle zone che contano, il ritardo è rimontabile. Però non ci si può fermare. Per recuperare il tempo perso si è costretti a continuare a vincere di nuovo, anche domenica, nel nostro fortino, con l'Inter.