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Nascondersi dietro a un dito

di Giacomo Treppo

Il report della Lega Serie A sulla partita contro il Milan è impietoso, i rossoneri hanno vinto su tutto: tiri in porta (15 a 11), tiri nello specchio (9 a 4) tiri dall’area di rigore (4 a 1), occasioni da gol (9 a 5) angoli, possesso palla, passaggi riuscite, azioni manovrate e contropiedi. Vogliamo appellarci a un errore di un giocatore al 97esimo? Ad un errore dell’arbitro pochi minuti prima? Potremmo andare più a fondo e ricordare ancora una volta come lo stesso Pradé abbia dichiarato che avrebbe preferito avere qualche giocatore esperto del campionato italiano in più. Prendersela con Opoku è come sparare sulla croce rossa. Un difensore ghanese che viene dal campionato tunisino non può certo fare la differenza in Italia alla terza partita da titolare, con tutta la (tanta) voglia e grinta che ci mette. I mezzi sono quelli, se volete capire il perché di un errore dovete chiedere ad altri (Iachini docet)

Rimane un dato impietoso: l’Udinese nelle ultime 6 giornate ha fatto meglio (forse) solo del Chievo, una squadra che è già retrocessa dopo undici partite. Ancora, l’Udinese ha gli stessi punti del Bologna, una società la cui proprietà ha dovuto sborsare più di cinquanta milioni di euro negli ultimi anni per ripianare perdite e debiti pregressi e impostare una squadra che sappia rimanere in serie A. Abbiamo tre punti in più di Empoli e Frosinone, due squadre che l’anno scorso giocavano in serie B e non hanno certo rivoluzionato la rosa quest’estate.

L’Udinese era migliorata rispetto l'anno scorso (e non di poco) nelle prime sei o sette partite, poi si è persa. Per l’ennesima volta, con l’ennesimo allenatore. Ci sono però altri punti di continuità: ancora una volta l’allenatore dei bianconeri rinuncia al gioco tattico intrapreso all’inizio. Il 3511 che Velazquez ha sposato nelle ultime partite è quanto di più lontano dal 4231 di inizio campionato. La differenza c’è e si vede. Il modulo con cui abbiamo iniziato ha bisogno di disciplina tattica, il 3511 visto anche ieri sera no. L’inversione di tendenza massima è di Fofana, che contro il Milan ha perso 6 palloni e ne ha recuperati soltanto 2. Ad inizio campionato gli score erano inversi. Meglio di lui e di quasi tutti i compagni Mandragora, che ancora una volta ha dimostrato che il suo ruolo è quello di mediano o di mezzala, non certo di trequartista a pressare da solo le avanzate degli avversari. Se poi andiamo a vedere chi ha corso di più, vediamo che proprio Fofana, una delle note liete delle prime giornate, ha corso moltissimo ma (lo dicono i numeri) a vuoto. E ringraziamo il cielo che le impietose statistiche della lega non considerano i buchi lasciati sulle ripartenze, altrimenti il francese sarebbe il vero capro espiatorio perfetto della serata. Mandragora invece dovrebbe vincere il premio (la vittoria di Pirro) del migliore in campo fra i bianconeri, molto spesso si trovava da solo a difendere una difesa che anche questa volta si è fatta bucare. Il gol del Milan è arrivato con tre nostri uomini in verticale dietro al palla... meglio evitare i commenti.

Abbiamo giocato contro un Milan al quale mancavano sei titolari (sei!), che veniva da non so quante partite alla settimana nell’ultimo mese, che ha subito gol con continuità spaventosa e che invece ha corso molto più di noi nell’ultima mezzora e non ha subito un nemmeno tiro degno di tale nome. Perché? perché il 3511, se non ha disciplina tattica, è un accozzaglia dove emerge solo la grinta, quando c’è, finché c’è. Sono ormai due partite che il giocatore che gioca più palloni è Rodrigo De Paul. L’unico che sa fare la differenza là davanti, sacrificato a troppi metri dall’area di rigore: un controsenso. Di tutti i gol dell’Udinese, solo uno è venuto senza la sua presenza, cosa pensavamo di fare ieri sera? E, sempre ieri sera, lasciarlo arretrato per permettere a Fofana di attaccare mi è sembrato semplicemente illogico. A Genova il dieci bianconero aveva giocato 77 palloni contro i 23 del capitano Behrami (un’assurdità), ieri sera lo score è di 71 a 59 contro Mandragora, il secondo più attivo. Tanto per fare un esempio: nel Milan, sopra i 60 palloni giocati troviamo Rodriguez, Suso, Kessie, e Bakayoko.

Se qualcuno intravede qualcosa di positivo ieri sera, è perché ormai siamo assuefatti alla mediocrità da troppi campionati. Ci basta vedere giocare la squadra per un tempo e pensiamo che ci sia la prestazione. Peccato che le partite che durano dai 40 ai 50 minuti sono quelle degli esordienti o dei giovanissimi (se ancora si chiamano così). In serie A devi giocare 90 minuti, anzi... 97. Cosa manca all’Udinese? Le stesse cose di cui parlavo quest’estate: esperienza in campo e gregari. Se non hai incontristi devi chiedere a Fofana di farlo, e lo sa fare se si impegna. Ma stranamente lui ha smesso, è cambiato modulo, è stato cambiato il suo ruolo dandogli “libertà tattica” e noi ci ritroviamo con De Paul che deve fare da regista a centrocampo e Lasagna ancora una volta lasciato solo, là davanti. Fino a che Fofana e Mandragora stazionavano dietro con disciplina la nostra difesa ne ha beneficiato. Non capisco questo cambiamento quando c'era qualcosa che (finalmente) funzionava. Inutile parlare dell'esclusione di Scuffet... a Genova avremmo, probabilmente, vinto.

Gli errori di mercato sono come i nodi, prima o poi vengono al pettine. Intanto abbiamo 9 punti in 11 partite che al netto del mastodontico errore VAR a nostro favore contro il Torino sarebbero 8. Errare è umano, perseverare...


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Venerdì 13 dicembre