La programmazione che non c'è
Il più chiaro esempio di programmazione è contenuto ne “L'arte della guerra” di Sun Tzu. In quel piccolo scritto carico di saggezza e filosofia, viene annotata una regola indispensabile anche ai giorni nostri, per qualsiasi impresa: il Principe decide l'obiettivo e il Condottiero lo traduce in strategia. E' ovvio che questo a Udine non è stato fatto.
L'allenatore è stato scelto prima del Direttore Sportivo. Molto probabilmente sono state le contingenze del mercato a creare questa incongruenza di fondo che rischiamo di pagare anche il prossimo anno. Pozzo Jr. ha scelto Iachini, ma non l'uomo che dovrà dirigerlo e coadiuvarlo, nonché essere da vero tramite tra la Famiglia e lo spogliatoio. Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a un vorticoso abbandono della maglia (non credo sia necessario spiegare cosa intendo); un abbandono generale, un po' a tutti i livelli. E' ovvio che gli uomini di direzione generale devano essere dei meri esecutori (non me ne vogliano, lo sanno anche loro): la società è dei Pozzo ed è giusto così. Ma il Direttore Sportivo rappresenta e sintetizza la regola del “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.
Giarretta, Carnevale, Vagheggi e chi per loro hanno fallito, l'ultimo anno addirittura miseramente. E' più di loro ha fallito il figlio (Gino) che è succeduto al padre (Giampaolo). Quando il padre ha fatto un regalo magnifico, stupendo, l'ennesima perla d'orgoglio friulano, ovvero il nuovo stadio; ecco che il figlio ha inanellato tre anni horribilis (non uno, tre!) che hanno fatto passare in secondo piano il punto massimo della gestione imprenditoriale dei Pozzo.
Rimarrò sempre convinto che il padre (Giampaolo) credesse poco in se stesso, altrimenti la Coppa Italia potrebbe prendere polvere nella nostra bacheca. Pozzo Senior ha mostrato mezzi imprenditoriali e sportivi ben maggiori ai risultati ottenuti e alle lodi dimostrategli da un po' tutto l'ambiente calcistico italiano. Pozzo junior si deve ancora fare, e non sono le facoltà universitarie importanti che fanno crescere “il pelo sullo stomaco”. Il tempo sarà galantuomo, ed ancora una volta ci dirà se buon DNA non mente.
Così ci troviamo con un allenatore che stimavo molto quando giocava in una bellissima (allora) Fiorentina, una squadra molto meno fumosa e vanitosa di quella eterna incompiuta attuale. Era un giocatore di lavoro, di sudore, di sacrificio. Tutte caratteristiche che, se ben tradotte, possono portarlo a un felice matrimonio con il pubblico friulano. Eh sì, non lo boccio in partenza. Sia chiaro, avrei preferito De Canio, Oddo, Camplone, Aglietti, Rossitto o Vanoli, tutti allenatori con molta fame, chi per smania di riscatto, chi perché lanciato verso una brillante carriera che solo la mediocrità del sistema calcio può frenare. Ma Iachini è e Iachini sia.
Non mi preoccupa l'allenatore, che ha fatto bene tante volte in B e qualche in A. Che nella massima serie ha sempre ottenuto poco perché le squadre a disposizione non erano propriamente autorevoli. Invece mi preoccupa averlo sentito in conferenza stampa parlare come un marziano sulla terra. Uno che ha accettato l'Udinese perché all'Udinese e alla serie A non si dice no, ma poco avvezzo dell'ambiente che si viene a ritrovare, della squadra e dei problemi che deve affrontare. La rosa non è certamente da salvezza fortunata come quest'anno, ma manca tecnica a centrocampo. Manca come il pane, perché si è preferito Iturra, Hallfredsson e Marquinho a Verre Zielinsky e Jankto. Perché nessuno si è accorto che i giovani in prestito hanno più mezzi tecnici dei “vecchietti” acquistati?
Iachini ha parlato di società che programma mentre Giarretta di fianco non sapeva nemmeno quanti giorni ancora avrebbe lavorato all'Udinese, mentre non c'è un DS che sappia fare quel ruolo in una società complicata come l'Udinese, mentre negli ultimi due anni abbiamo un'età media in campo da carrozzone, e non da piccolo gioiello. E quando arriverà il prossimo DS? Se sarà un accomodante, allora le cose non cambieranno. Se sarà un uomo forte, magari vorrà un allenatore di sua fiducia in panchina. Ne deriva che la programmazione è un pallido ricordo degli anni passati.
Intanto faccio tutti i migliori auguri a Iachini, sperando che dia a Udine quello che diede alla Fiorentina da giocatore. Un altro uomo con il berretto venne a Udine: gli presero Vidigal e Juarez per sostituire Pizarro e Jankulosky. Venne crocefisso di lì a poco ed ora inanella record in serie B con una squadra ben costruita sia per grinta che per piedi buoni (addirittura più di certe compagini di serie A). Per il nuovo allenatore e per il pubblico friulano, posso solo sperare che Iachini non sia l'ennesimo capro espiatorio dell'inesperienza del figlio.
Iachini, buon lavoro e buona fortuna. Ce la meritiamo...