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Il compromesso storico

di Giacomo Treppo
Il duo del compromesso

In settimana ho letto una intervista molto interessante di Pierpaolo Marino. L'ex dirigente, sempre amato dalla tifoseria, ha parlato con una sincerità “poco diplomatica” che non gli è propria. Ha detto che Colantuono, allenatore dell'Udinese sulla graticola, è un buon mister, ma che rende al massimo con la difesa a quattro. Mi pareva strana quella presa di posizione così netta. Quasi come quella di Galeone sul duo Guilherme-Lodi.

Ma ecco che dopo il colloquio Pozzo-Colantuono abbiamo assistito a un Udinese con la difesa a quattro sponsorizzata da Marino e con Di Natale titolare come, immagino, voluto dal Paron. C'è una sorta di compromesso storico in questa Udinese. Non so come sia nato, non so quali siano gli attori in campo e chi abbia deciso cosa, ma le zebre viste in campo questa domenica somigliavano a ciò che mi aspettavo dal mister romano quando è arrivato a Udine. Specialmente il primo tempo. Difesa a quattro che copre tutta l'ampiezza della manovra avversaria; attacco a tre che facilmente diventa un 3.1 con Di Natale centrale pronto a lanciare i compagni. Perché Di Natale è basilare in questa squadra, ma non come prima punta! Quando, nel secondo tempo, Thereau si è spostato stabilmente sulla fascia sinistra, l'Udinese ha perso mordente perché il napoletano non è più una prima punta.

Se ne convinca, non è un offesa. E' solo la sua terza età, quella che invocavo già dall'anno scorso (o da inizio campionato, non ricordo). Se la prima età era quella del numero 10 ad Empoli e in nazionale, la seconda età (la golden age) fu inaugurata da Marino allenatore (troppe volte sottovalutato). Ora eccolo nella terza età, manca lo scatto e la “cattiveria” per essere decisivo sotto porta: Di Natale quest'anno ha sbagliato fin troppi gol, addirittura su rigore a Genova. Ma i piedi buoni sono una cosa che non perdi mai: come quei vecchietti che a 70 anni vanno ancora in giro in bici. Per Totò fare assist è come pedalare. Così, nel primo tempo, spesso prendeva palla dietro al compagno di reparto francese e lanciava le fasce, oppure pennellava palle al centro dell'area. Errore del guardalinee (ma a velocità naturale sfido chiunque…) e gol di un volenteroso Badu.

Il compromesso funziona: cambia la formazione titolare e la disposizione. La difesa a quattro funziona a meraviglia, Ali Adnan, Fernandes e Totò sono fra i migliori in campo. Delude Guilherme. Se nel primo tempo recupera palloni, nel secondo tempo è una nullità. Corre, certo, ma a cosa serve un regista che non sa passare una palla in avanti? I suoi tentativi finiscono inequivocabilmente sui piedi dei giocatori veronesi. Addirittura nel secondo tempo non recupera nemmeno più palloni. Eppure in panchina abbiamo Lodi. E' così difficile fare trentuno, quando hai già fatto trenta?

Il compromesso determina una partita giocata peggio rispetto a Udinese Bologna, e con meno azioni d'attacco rispetto alla trasferta di Genova. Ma la difesa ha retto bene, anche negli ultimi venticinque minuti, quando pareva di giocare in dieci o in nove perché i sostituti non si sono dimostrati all'altezza dei titolari. E finalmente l'Udinese ha un assist-man, di nome Totò le Mokò, che confeziona due passaggi decisivi su due gol.

Forse il Paron e Colantuono sono scesi a giusti compromessi. Forse ha contato un po' di quella fortuna che certamente era mancata contro il Bologna e contro il Genoa (proprio il Bologna oggi ha commesso un fallo di mano in area fotocopia di quello di Zapata contro il Genoa, ma l'arbitro non ha fischiato… a proposito di Donadoni…); forse Di Natale doveva giocare titolare già prima, ma in posizione di numero 10 e non di prima punta; ma sta di fatto che abbiamo vinto. Abbiamo vinto punto e basta! Questo conta.

E sarebbe davvero bello se, da questo compromesso storico siglato alla presenza postuma di Gino Pozzo, si potesse sommare l'assunzione di un dirigente esperto come Pierpaolo Marino. Uomo che non solo aveva azzeccato le mosse prima che divenissero realtà (la difesa a quattro), ma che potrebbe essere quell'uomo di fiducia e specialmente esperto e di polso, di cui l'Udinese ha bisogno come l'acqua nel deserto.

La partita più importante dell'anno è stata vinta, ma non doveva essere questa la partita più importante. Abbiamo buttato via punti su punti in maniera incompetente. Un'annata gettata al vento, un'annata che poteva diventare importante. Siamo a meno due rispetto all'andata, e quelle parole pronunciate da Colantuono dopo la sconfitta a Modena, contro il Carpi, io me le ricordo ancora bene!


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