I sette giorni che hanno cambiato la stagione
È passata soltanto una settimana dall'eliminazione dell'Udinese dall'Europa. Anche se la sconfitta nella doppia sfida con lo Slovan Liberec ha lasciato una profonda cicatrice nella stagione bianconera, ad Udine, dopo solo sette giorni, le cose sembrano essere cambiate.
Ritornare a casa, in quel del Friuli con i propri tifosi, anche se in un cantiere a cielo aperto, ha dato una scossa alla squadra che, contro il Parma, pareva essere un'altra. Voglia e testa, come per magia, sono ricomparse. Per non parlare delle gambe che sembravano essere tornate quelle del finale della scorsa stagione. Forse il gol di Badu, fortunoso ma meritato, soprattuto per il guerriero d'ebano che ha macinato chilometri su chilometri lottando come un leone e azzannando come una preda ogni pallone, ha sciolto il maleficio ed ha liberato le menti dai cattivi pensieri. Così la squadra ha ricominciato a giocare come sa, libera dalla paura, tranquilla, e la vittoria non ha tardato ad arrivare. Forse davvero è bastata la loro gente, sempre vicina all'Udinese nel bene e nel male, ai giocatori per dimostrare ancora di valere qualcosa e di meritarsi altro che delle pesanti critiche. Vincere prima della sosta era davvero necessario. Questa pausa, caduta a pennello, non è mai stato quanto di più desiderato per l'Udinese. Ora si ricaricano le pile e si smaltiscono le tossine accumulate in questo primo pesante scorcio di stagione, per ritornare in campo, alla ripresa con il Bologna, ancora più forti e sicuri dei propri mezzi. Ecco, proprio la sicurezza, per questa banda di giovani, sembra essere davvero necessaria. Infatti i bianconeri, violati dai primi colpi inferti dai cechi, sono affondati dalle certezze crollate come pesanti macigni sulle loro teste ed, incapaci di lottare, si sono arresi anzitempo. La giovane età può giovare questi brutti tiri ma, in soli sette giorni, l'Udinese ha imparato la lezione ed è cresciuta. Contro il Parma nessuno ha tirato la gamba indietro, nessuno si è fermato fino allo stremo delle forze, nessuno non ha aiutato i compagni a raggiungere l'obiettivo. Giocatori, come Heurtaux, Maicosuel, Danilo, irriconoscibili nelle sfide europee, hanno dato l'anima, sfornando una buona prestazione. Sicuramente questo è stato solo un piccolo primo passo, seppur molto importante. Guidolin ed i suoi uomini devono ancora lavorare moltissimo per essere in grado di poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Mancano ancora 37 punti, come dice il mister, per la salvezza anche se, come tutti sanno e come anche vuole la società, ne mancano parecchi altri per poter lottare con le grandi di questo campionato per gli obiettivi che contano. Riconquistare l'Europa perduta sarebbe una grande rivalsa per tutti ed un importante e storico traguardo. Questa si sa che, per mille motivi, dallo stadio ai mondiali, non è una stagione normale ma ciò non può rappresentare una scusa. "Fuori gli artigli" e "dare il massimo", con lavoro e dedizione, devono essere due comandi fissi nelle menti di tutti se si vuole far arrivare in porto la nave tra le mille tempeste. Su una cosa l'Udinese, dai Pozzo a Guidolin, dallo staff ai giocatori, deve essere certa: i tifosi friulani, magari silenziosi, ci sono, vicini con tutta la loro passione, a sostenere questo che è tesoro di tutti ed un orgoglio della nostra terra.