I nodi al pettine
E’ difficile commentare la sconfitta contro la Roma in modo distaccato. L’atteggiamento della squadra è stato vergognoso, non ci sono altri termini, ne possiamo girare intorno alla realtà dei fatti. Dall’approccio alla disposizione tattica, è stata una Caporetto. Sui primi due gol non si capisce chi fra Pasquale e Marquinho dovesse prendere Maicon. Pasquale doveva stringere e il brasiliano scalare sulla fascia? Oppure era l’italiano a doversi allargare e la difesa avrebbe dovuto prendere campo a sinistra? Il terzo gol poi ha del comico, del fantozziano.
Perché quello che è mancato più di tutto è stato l’amor proprio, l’impegno, la serietà di chi indossa una maglia e la deve onorare. Intendiamoci: Colantuono ha fatto bene a far riposare i giocatori importanti e una volta di più si è visto che senza leader in campo (Felipe, Lodi, Di Natale) la squadra non ha carattere ne qualità. Ma che manchi anche “la voglia”, quello non è accettabile. I giocatori che ieri sono scesi in campo dovrebbero vergognarsi. Inutile fare nomi e cognomi, colpevolizzare i singoli sarebbe un semplice esercizio di moralizzazione. Meglio guardare le cose dall’alto.
L’Udinese paga (metaforicamente e non) un gruppo di sostituti che non sono all’altezza dei titolari. E ringraziamo Dio che finalmente abbiamo una squadra titolare, che abbiamo un leader per reparto e che contro il Sassuolo l’undici iniziale sarà ben diverso da quello presentato contro la Roma. Questi sostituti non sono al livello di cessioni incomprensibili come quelle di Verre o Angella, ma anche Faraoni. Tutti giocatori che stanno dimostrando in serie B il loro valore. Giovani, italiani, volenterosi: a Udine è diventato un handicap?
L’Udinese paga anche (metaforicamente e non) una società con molti soldatini e pochi generali. Quanto successo in campo ieri sera pare la diretta conseguenza delle parole rilasciate in un’intervista dal direttore sportivo Giaretta. “Firmerei per un pari a Roma” fa capire quale sia la mentalità e la cultura interna alla dirigenza. Ma l’ammissione che tutto deve passare per l’approvazione dei Pozzo, in fase di mercato, non è da meno. Viene spontaneo chiedersi quale sia il suo ruolo, o quello dei tanti osservatori che hanno portato l’Udinese ad avere una panchina con l’età media molto alta e con pochi giovani promettenti.
Quando una società che navigava a gonfie vele inizia ad andare male e il proprietario dichiara di essere circondato da dirigenti eroici, c’è qualcosa che non funziona. Poi succede che l’allenatore chiude lo spogliatoio con il lucchetto, che la rosa pare una torre di Babele e che lo zoccolo duro degli italiani viene lasciato alla deriva del passare del tempo. Lodi è fondamentale per la nostra squadra, non si poteva prendere in estate? Verre, Angella, Faraoni sono davvero più scarsi (anche in prospettiva) di molti giocatori che la domenica si siedono in panchina? Se sì (ma ieri sera è stata la riprova del contrario), in Italia non ci sono giovani italiani che possano essere acquistati per formare un gruppo trainante nello spogliatoio? I dirigenti (quelli che dovrebbero portare una mentalità vincente a tutto l’ambiente) sono quelli che rilasciano dichiarazioni d’amore per altre società o che provano a svendere il nome dello stadio?
Voltiamo pagina in fretta, che la partita contro la Roma meriterebbe un ritiro punitivo. Ma poi lo si andrebbe a fare in un hotel ad almeno quattro stelle, ed allora siamo da capo. Domenica c’è una partita importante, che con la formazione titolare possiamo vincere tranquillamente. Siamo più forti, punto e basta. Sempre sperando che nessuno deva mettere la firma per un pareggio…