Guai a chi abbassa la guardia!
L'Udinese, finalmente una squadra, esce dal doppio confronto contro Inter e Roma con zero punti, eppure ne avrebbe meritati, sul campo, quattro belli belli, tondi tondi. Perché zero, allora?
Perché mancano ancora gli occhi della tigre, o forse perché, dopo tanti bei risultati, una rosa con evidenti problemi di autostima ha avuto un fisiologico calo di tensione. Se contro i neroazzurri di Milano è stato il fato a decretare la sconfitta, contro la Roma l'Udinese deve arrabbiarsi solo contro se stessa. L'esito avverso di questo pomeriggio è figlio di tre giocatori che hanno giocato molto al di sotto del loro rendimento recente: Zapata, Thereau e Kums. L'ultimo ha lasciato le chiavi del centrocampo alla Roma, e lo ammetto, quando ho letto la formazione iniziale ho pensato che Delneri aveva un autostima non in linea con la realtà odierna della squadra. Il centrocampo era troppo leggero per fronteggiare quello ben più forte della Roma, uno dei migliori della seria A.
Fatto sta che abbiamo concesso i venticinque minuti iniziali ad una squadra che non ha certo bisogno di regali. Non basta il gol di Nainggolan, ci si mette anche Faraoni ha regalare un rigore quanto mai ingenuo alla Roma. Sono davanti al teleschermo e mi vengono i brividi, rivedo il 4.0 dell'andata, ma Dzeko regala il pallone a un bambino appostato in cima alla curva, ma proprio in cima e l'Udinese, come la bella addormentata, si ricorda di essere una squadra. Inizia a giocare, tiene il campo, se non pareggia è per due motivi.
Il primo porta il nome di Monsieur Thereau: il francese sbaglia un gol impossibile da sbagliare alla fine del primo tempo. Due settimane fa, o prima della sosta, non avrebbe fallito, ma lo si vede lontano chilometri che la punta è in fase di stanca. Non è svogliato, perché ce la mette tutta fino alla fine, ma le squadre di Delneri corrono molto e lui è in debito di ossigeno. Sarà importante, per tutta la squadra, fare un lavoro per recuperare le forze. Come contro l'Inter, la squadra perde smalto negli ultimi minuti, e questa è la seconda ragione. Se l'Udinese di Iachini correva fra i 100 e i 103 km a partita, quella del tecnico da Aquileia sfonda sempre i 110 km. A lungo andare serve un richiamo di preparazione per non arrivare a primavera spompi.
Ma torniamo a noi, non è per la tenuta atletica che abbiamo perso quattro punti in due partite, ma per la testa. All'Udinese manca ancora la mentalità dei 95 minuti. Che ci si fermi alla fine o che si parta con sonnolenza diffusa, la squadra bianconera non riesce a tenere la tensione per l'intera partita. Ovvio che contro Crotone e Bologna può andarti bene, non quando davanti hai Roma o Inter devi dare il 120%. Per vincere chi ha più forza ed esperienza di te serve una tenuta atletica e specialmente mentale superiore.
E' lì che Delneri, a mio modesto avviso, deve lavorare. Purtroppo abito a Bologna, purtroppo (mi bacio i gomiti, sia ben inteso) lavoro tutti i giorni, quindi non vedo gli allenamenti delle zebrette, ma credo che aumentare l'intensità agonistica e diminuire i tempi di recupero sia prioritario per andare avanti. Dove andare avanti non significa sconfiggere le nostri pari grado, ma fare un passo avanti, un gradino in più verso il posto che ci compete.
Non mi aspetto certo che Zapata bolli ogni domenica, tanto più visto il ruolo che gli ha affibbiato Delneri, ma l'Udinese deve mostrare maggior cattiveria. C'è la base, il senso di squadra, ci sono le fondamenta... volete un esempio chiarificatore? Faraoni ha commesso un monster error sul rigore concesso, ma nel secondo tempo, per palloni recuperati ed azioni iniziate pareva fosse il capitano in campo. Ed ogni volta che recuperavamo palla nessuno si tirava indietro o rallentava il gioco per rifiatare. Queste sono cose che danno comunque ottimismo per il futuro. Manca solo la zampata finale, o l'attenzione del campione. Se il carattere non lo alleni, l'attenzione e la tensione sì. Domenica prossima c'è l'Empoli, dobbiamo vincere e giocare per 90 minuti, anzi, di più, 95 almeno!