E alla fine si torna sempre da Padelli: l'Udinese guarda al "presente prossimo"
Come contro il Parma, ancora una volta Daniele Padelli salva l'Udinese. E menomale che a 40 anni ha ancora voglia di giocare. Contro la Lazio, il portiere bianconero tira fuori dal cilindro un'altra prestazione da gatto tra i pali tenendo in piedi fino all'ultimo i bianconeri fino al gol del pareggio di Davis.
"40 anni e non sentirli? No, no, li sento tutti: adesso più di prima", ha dichiarato nell'immediato post gara. Una scelta a sorpresa un po' quella di Runjaic, contro il suo solito modo di gestire questo tipo di situazioni, ma necessaria in un momento in cui servivano i cosiddetti senatori. E Padelli è l'ultimo superstite assieme a Kabasele rimasto in spogliatoio, con i nuovi che si stanno prendendo questo ruolo che hanno ancora bisogno di tempo.
Incensare Daniele è sacrosanto. Non gioca mai, viene chiamato in causa per necessità due volte nel 2025 e in entrambi i casi è il migliore in campo: diciamo che con questa annata si è conquistato un posto in società una volta che deciderà di appendere i guanti al chiodo. Padelli si è meritato questa occasione e l'ha sfruttata in pieno. Il talento non gli è mai mancato del resto e per Runjaic rappresenta una certezza dentro e fuori dal campo.
Una decisione di formazione quella del tecnico tedesco figlia di un'Udinese che guarda al "presente prossimo". Un tempo (anche verbale) che non esiste, incastonato a metà tra il presente e il futuro prossimo ma che in sostanza non è nessuno dei due. Una modo di gestione che predilige il risultato non immediato ma veloce, che predilige lo sviluppo progressivo ma a tempo debito.
Okoye è il numero uno, anche per necessità di mercato visto che è in vetrina per questa estate, e Padelli è la scelta sicura (ma non eterna). E Sava? Dopo Udinese-Lazio è stato "etichettato" da Runjaic - dal punto di vista delle gerarchie - ufficialmente come secondo portiere. Non che ci sia nulla di male, anzi si tratta di un reparto in cui è sempre meglio avere una struttura ben definita, ma per la sua crescita personale (e di valore di mercato) è un'esclusione che pesa.
E Nunziante? Un giovane portiere in rampa di lancio che ha "solo" giocato un anno in Serie C. Alla sua età, molti portieri connazionali non hanno nemmeno fatto una gara tra i professionisti, ma per Udinese-Lazio non è pronto. Così come non lo era per Udinese-Palermo di Coppa Italia, quando è stato trattenuto qualche giorno in più prima di mandarlo in Cile al Mondiale U20. Un Donnarumma nasce una volta ogni 20 anni, è vero, ma ogni tanto il coraggio paga. Più di ogni tanto in realtà nel mondo del calcio. Ma in Italia non siamo ancora pronti per questo discorso.
Nunziante non fa parte del presente prossimo dell'Udinese, ma del futuro. Quando sarà questo futuro? Chissà...