Che reazione dei ragazzi! Il nuovo ciclo può partire...
E' stato più che chiaro Guidolin nelle varie dichiarazioni rilasciate in settimana. Non ha più senso parlare di continuità di un ciclo perché con l'eliminazione dalla Champions bruciante si è chiuso quello fantastico e nel suo piccolo vincente e ne è cominciato un altro, con tanti giovani da inserire gradualmente. La serie di infortuni ha cambiato i piani e li ha lanciati in campo tutti, stravolgendo un po' i piani ed esponendo la squadra alle inevitabili critiche: pensare infatti di avere una certa continuità con ragazzi che hanno da poco raggiunto la maggiore età anagrafica e sicuramente non la maturazione calcistica è mera utopia. Con la sconfitta patita in Russia si è chiuso quel ciclo, in maniera inevitabilmente traumatica che ha avuto la sua naturale prosecuzione a Roma: pochi drammi, una settimana intera di lavoro ha fatto riavvolgere il nastro.
Certo, pensare che la vittoria di ieri abbia risolto tutti i problemi è un errore così come pensare che il risultato sia stato così giusto: l'Udinese ha meritato senza ombra di dubbio ma solo dopo averla sbloccata, prima il Cagliari (ahiloro deturpato delle geometrie del miglior Cossu) ha dimostrato nettamente come una squadra affermata sappia attaccare in massa gli spazi, restare corto e pressare alto. Il gol al 33esimo di Pereyra ha magicamente interrotto un periodo di gioco imbarazzante dell'Udinese, buona a contenere ma impresentabile palla al piede con Di Natale nella terra di nessuno e tanti giocatori con la palla al piede e un body language inequivocabile: "A chi la passo?". Uno sterile esercizio di stile trovare un difetto in una vittoria così larga, forse, ma la sensazione è che questi pensieri ad un allenatore perfezionista come il buon Guidolin stiano frullando in testa. Uno che per pura coincidenza si fosse trovato ad abbandonare la visione della partita dopo la prima mezzora ieri stenterebbe a credere al risultato finale, provare per credere.
Guidolin ieri ha preferito Fabbrini a Maicosuel: scelta più che azzeccata perché il talento italiano, a parte il solito ricorsivo difetto di ricamare continuamente e ossessivamente sul pallone, ha cucito alla meglio la distanza tra i reparti, tentato dribbling, guadagnato falli. A centrocampo la beata gioventù con ben tre classe 91 coadiuvati dal pur giovanissimo Badu e dall'esperto Pasquale, la difesa, inedita ma probabilmente il reparto più convincente, con Angella, Danilo e Heurteaux. Proprio dall'ex difensore dell'Empoli bisogna trarre un esempio da seguire: sulla via del trasloco in estate, si è calato sulla parte alla grande, ha sempre messo grinta e cuore in tutte le partite e segnato tre gol. Più di così...