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Altro che sconfitta, questa è una vittoria!

di Giacomo Treppo

Prima di tutto dico, grido fino a sgolarmi, che guai a fare anche solo un passo indietro domenica, quando affronteremo una squadra del nostro livello. Quanto di bello fatto vedere contro Chievo e Lazio andrà ripetuto contro Bologna, ma con un attenzione difensiva (nei singoli, ahimè!) maggiore.

Di partite belle e giocate bene, perse per una distrazione, ne abbiamo già viste troppe negli anni scorsi. Che nessuno si monti la testa.

Ma perché una sconfitta in casa potrebbe farci montare la testa? Perché abbiamo giocato meglio della Lazio! La differenza stasera stava in panchina: loro avevano Immobile e Milinkovic, noi Teodorczik e Vizeu. La differenza fra le due rose è abissale, ma mentre a Firenze ci siamo difesi e poco più, oggi abbiamo giocato bene entrambe le fasi, siamo cresciuti come squadra, come "NOI". Il migliore dei celesti è stato senz'altro il loro portiere che ha tolto il meritato pareggio più volte dai piedi di un Fofana più a suo agio nel centrocampo a quattro che come mediano.

L'Udinese si porta dietro il solito difetto, che un difetto non è, è una lacuna di mercato. Se non gioca Behrami nessuno recupera palloni. Lo score alla fine del primo tempo era impietoso: la Lazio non aveva mai tirato in porta, ma l'Udinese aveva recuperato pochissimi palloni. E non può certo essere Mandragora il mediano di cui abbiamo bisogno all'occorrenza. Si è visto anche stasera che il giovane centrocampista dà il suo meglio con la palla fra i piedi.

Se non si fosse giocato il mercoledì (stramberie di una Lega che vuole venti squadre invece che diciotto e poi abbiamo costantemente due squadre già retrocesse a fine girone di andata), se Behrami avesse potuto recuperare, non so davvero come sarebbe finita.

Gli errori sono nati sulla destra, oggi la nostra croce. Prima Machis che fa un fallo evitabile e la Lazio che dimostra che c'è un motivo se l'anno scorso aveva il maggior numero di gol da calcio da fermo. Poi Larsen si fa bere, ma (a mio modesto parere) maggiormente colpevole è stato Ekong che non ha tenuto la posizione per raddoppiare ma si è mosso verso un giocatore della Lazio già marcato da due nostri. Doveva difendere la porta, non lo ha fatto. E' il secondo gol che andava evitato, preso da polli. Per questo dico guai ad abbassare la guardia o pensare di essere una squadra da metà classifica. Stasera abbiamo giocato come una big, ma gli errori sono stati da retrocessione. Mettici poi i piedi di Teodorczyk e Vizeu sotto porta e non puoi aspettarti miracoli.

Ma sì, sarebbe stato bello ed anche giusto il pareggio, l'Udinese meritava più della Lazio. Solo che con i meriti non fai i punti in classifica. O meglio, li fai se continui su questa strada, squadra difensiva ma con guizzi in avanti, con giocatori che non hanno paura. Mai fermarsi, mai pensare che gli automatismi sono corretti perché due dei migliori giocatori di questo inizio stagione poi fanno un errore da settore giovanile (e sono diplomatico...).

Bravo Velzquez, che non è offensivo come Zaccheroni e non è contropiedista e pressatore come Guidolin; ma sta inculcando una mentalità di difesa e saggezza tattica a questa squadra. Dicevo prima che lo score di palloni recuperati è pessimo. Provate a pensare quanti gol avremmo già preso senza l'equilibrio tattico che abbiamo? Avete presente l'anno scorso, il girone di ritorno? Ecco...

La partita di oggi dice semmai che a gennaio sarà obbligatorio tornare sul mercato per prendere un sostituto di Behrami, un mediano con piedi discreti che sappia recuperare palloni e fare falli all'occorrenza. Non possiamo aspettarci che lo svizzero regga sempre novanta minuti al 100% della condizione fisica e che non si infortuni mai.

Ora la cosa migliore è mettersi in testa che questo era solo il primo tempo; il secondo lo si giocherà domenica all'ora di pranzo a Bologna, al Dall'Ara. E lì bisognerà uscire dal campo con almeno un punto in saccoccia. Se Velazquez oltre alla tattica insegna anche quella “sana paura” che fa stare con i piedi per terra, possiamo muovere la classifica. Senza sognare i fasti passati, ma portandoci a meno trentuno dall'obiettivo finale!


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