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A noi lo scudetto dei più giovani

di Stefano Pontoni

Lo "scudetto" per la squadra più giovane della serie A va, per un altro anno, ancora all'Udinese. I bianconeri infatti hanno una età media di 24,8 anni che li rende i primatisti di questa speciale classifica. Un dato che fa riflettere e che si presenta come una piacevole riconferma, sopratutto dati i risultati ottimi di questi ultimi anni. Il connubio tra l'ottenere risultati importanti e la crescita dei giovani talenti non è mai stato facile, anzi poche società al mondo son riuscite nell'impresa: l'esempio migliore è quello del tedesco Borussia Dortmund, capace nelle passate stagioni di inanellare vittorie e trofei uno dietro l'altro e di raggiungere il sogno della finale di Champions League. Seppur quello di ringiovanire la rosa è un obiettivo dichiarato e sbandierato da moltissime grandi in Italia, come Milan ed Inter,  alla fine sono solo i friulani che hanno attuato il progetto vero e proprio della "linea verde". Il programma è veramente semplice: grossi investimenti sullo scouting per scovare un giovane dal potenziale enorme e portarlo ad Udine, bruciando ed anticipando le altre concorrenti,  per farlo crescere nel vivaio, preparandolo poi al  lancio immediato, assieme ai migliori altri talenti selezionati, nel calcio che conta, non stando a badare più di tanto alla carta di identità ed al pedigree. I favolosi traguardi raggiunti e il bilancio costantemente in positivo, proprio anche grazie alle plusvalenze ricavate dalla vendita di giovani giocatori divenuti campioni a delle big del calcio europero, poi hanno dato un ulteriore mano alla macchina dell'Udinese che qualora non avesse seguito questa linea sarebbe inesorabilmente sprofondata nel baratro. I fondi economici ad Udine sono quelli che sono, così che la società ha dovuto fare di necessità virtù riuscendo a scovare in squadre ed in posti lontani campionicini indiscussi come Sanchez, Muriel, Pereyra. Il mercato estero, soprattuto quello sudamericano,  infatti è al momento quello migliore per i bianconeri generando sempre giocatori di un certo livello. Il coraggio poi di farli scendere in campo sta in questi anni nel "mago" Guidolin, vero top-player dell'Udinese, che di anno in anno riesce nell'impresa di tramutare la materia grezza dei giovani in diamanti, lasciando noi tifosi a bocca aperta esterrefatti. In questa ultima sessione sono stati molti inoltre i grandi innesti di giovani da valorizzare: Nico Lòpez, uno dei migliori del mondiale U-20, Bruno Fernades, uno dei migliori della scorsa B, poi Widmer, Jadson e Bubnijc. In tutto ciò l'aiuto e la collaborazione di Granada e Watford poi non fanno che migliorare l'ingranaggio dato che così si ha la possibilità di far girare più di 300 calciatori.
La strada dai Pozzo è stata tracciata solida e precisa, non tralasciando nemmeno il più minimo dettaglio.  Logicamente scontrarsi ogni domenica con club capaci di investimenti più pesanti non può mai essere facile, ma per ora i bianconeri hanno tutte le carte in regola per lottare fino alla fine, dimostrando di essere capaci di chiudere davanti in classifica. Chissà mai se anche quest'anno tra le mura del Friuli si riuscirà a mietere vittime illustri dando prova che il metodo funzioni.
I tifosi, ormai consapevoli che il grande colpo ad effetto non verrà mai fatto e che si privilegerà la promozione di giovani. Non possono che essere orgogliosi di questa Udinese che ormai, forte del suo metodo, vuole sempre di più accomodarsi al banchetto delle grandi, appropiandosi di una gran bella fetta di torta.

 


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