.

La casa del basket: inaugurato il BH Pub a Campoformido

di Franco Canciani

Due lettere, un acronimo, BH: Basketball House.

Trecento metri quadri per dare all’impegno di Davide Micalich, a tutto tondo attorno alla palla a spicchi, anche un ritrovo. Per chi ama il basket, ma non solo.

Alla presenza di amici, autorità politiche e religiose e di una nutrita delegazione della A.P.U. GSA capitanata da coach Lino e Michele Ferrari, il taglio del nastro ha aperto ufficialmente le porte a quello che sarà uno sport pub in perfetto stile americano, ma con eleganza, calore e passione tutti nostrani.

A chi come me, qualche primavera che ingobbisce le spalle, ricorda tempi eroici della pallalcesto il tuffo al cuore avviene all’ingresso: okay, la numero 5 del ragno nero Charles Cornelius Smith, ma soprattutto quella poesia biancogialloblu targata Tropic: gli anni di Caramelo, di Steve Lingenfelter, di Steve Cummings e personalità forti come Carletto Fabbricatore, i fratelli Savio e quanti me ne dimentico.

Ed alla parete due numi tutelari: il magico signore in maglia Lakers numero 32, ed uno più recente, the chosen One, di cui ricordo (lo incontrai per 5’’) la modestia spaventosa (‘you’re the greatest...’ – ‘NO. I AM GOD’).

Ma non solo basket: la pagina del Messaggero Veneto a celebrare gli eroi di Leverkusen, la foto di Bierhoff nell’anno della migliore prestazione recente dell’Udinese, insomma il BH Pub si candida a diventare la tana di chi, come noi, continua a smaniare per qualche giocatore magari solo modestamente impostato che non convince nessuno, ma che difenderemmo a costo della vita (metaforicamente parlando) di fronte a qualche birra e agli amici più cari. E Roger Federer, che ti saluta dalla colonna all’ingresso, proprio ad un amico mi ha fatto pensare.

Davide Micalich è poliedrico, vulcanico, ho sempre definito lui e Pedone il dynamic duo dell’A.P.U; non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione per mettere in piedi un covo per noi: noi, cui comunque il bello stile piace, e che in un posto bello ancorché accogliente ci stiamo ancora meglio.

Ho fatto complimenti privati a Davide (ed alla sua signora, che supporta l’immensa passione del marito), adesso glieli rendo pubblici: grazie GiEmme, ci vediamo da te a festeggiare tanti successi e a tirar fuori dal cassetto della memoria che alla Virtus avrà giocato sì Danilovic, ma vuoi mettere con Jan Van Breda-Kolff...


Altre notizie