Infinita Gesteco: questa volta il supplementare è amico
A 13 minuti dal fischio finale una buona RBR Rimini conduceva con autorevolezza: il capitano Masciadri convertiva un sottomano che significava 40-55 ospite; la contemporaneità con l'impegno udinese (calcio) a San Siro avrebbe consigliato uno switch fra canali a pagamento.
Sarebbe stata una pessima decisione.
I ragazzi di Mattia Ferrari pensano che i ducali, reduci da una striscia negativa importante, siano ormai domi e rassegnati. Mal gliene incoglie: da lì in poi vengono tenuti a galla da un Marks fino a lì quasi impalpabile e da qualche tripla di Simioni. Il resto, che sino a quel momento aveva dettato legge, piano piano svanisce. Ma del finale parleremo più avanti
Come sempre inizio di gara equilibrato, davanti al solito pubblico corretto ed appassionato e ad un seguito romagnolo cospicuo ed altrettanto rumoroso; un 3+1 di Mastellari consegna a Cividale l'ultimo vantaggio per tanti, tanti minuti; Scarponi, alla migliore recita della stagione (avrà 8 punti in carniere dopo 10', ma sempre otto dopo 45'), impatta dall'angolo e da lì in poi, per tre minuti, blackout totale ducale fermato da un sottomano di Mastellari (14-21 all'8'). Tomassini entra e segna, Rota gli risponde a stretto giro e il primo tempo si chiude 17-24.
Masciadri inaugura il secondo periodo con un gioco da tre punti, notte fonda ducale; Miani e Simioni si rispondono, Tomassini dimostra che giocatore sarebbe stato senza infortuni, ma a questo punto (12'44'' dall'inizio) entra in azione Sir Lucio Redivo, sempre dall'arco. Ancora Tomassini, Cividale fa fatica ma cerca di non lasciare l'avversaria andare via. A 4' dall'intervallo due liberi di Redivo portano Cividale a -7, i Pilla-Boys fanno fatica e ruminano un basket non scintillante, ma stasera Mastellari c'è e porta i suoi a -6 (33-39 a 2' dal thé caldo dell'intervallo). Johnson non è stilisticamente bellissimo, ma i suoi muscoli fanno male: due camerieri facili facili, 34-44 e, dice la vulgata del PalaGesteco, il presidente Micalich che si reca negli spogliatoi per motivare i suoi ragazzi.
Già: tecnicamente non è stata una partita così difforme, ma Grande e soci hanno messo in campo, nel primo tempo, un'energia ed una voglia di realizzare non pareggiata dai ducali (alla fine saranno ben 18 i rimbalzi offensivi riminesi).
Secondo tempo e Simioni infila la tripla del +13; Berti accorcia da sotto, la gara adesso è più equilibrata ma Rimini pare ancora avere le mani sul volante. Marks, come Redivo in precedenza, decide di uscire dalla calda coltre e con Masciadri consegna a coach Ferrari il massimo vantaggio, quel 40-55 di cui all'inizio di questo report. Mancano 13' alla fine, e qui 'finisce' la differenza in energia fra le formazioni. Miani spiega a canestri, difesa e rimbalzi perché chi vi scrive lo consideri potenziale giocatore da Eurocup: ne mette enne di fila, a 50 secondi dal terzo gong riporta i suoi a -9 (48-57 al 29'), Tomassini affretta una tripla (corta) e Rota inventa un -7 (50-57 al 30') che sa tanto di bevanda energizzante per i propri compagni.
Ultimo periodo (regolare, come vedremo) al calor bianco: Marks realizza, Pilla chiama minuto per disciplinare i suoi, e ci riesce: Jack mette il suo solito gancetto, Lucio penetra con successo, Simioni sbaglia da tre e Mastellari, dall'arco, consegna ai suoi il 57-59 quando alla fine dei 40' mancano sei giri di lancetta. Marks 'panteroneggia' e riporta i suoi a 5 lunghezze di vantaggio, Gabriele Miani la ruba e schiaccia in contropiede, Marks spadella da fuori e Lucio impatta sul 62. Errori di Marks,e Rota, ancora Simioni infila dall'arco un canestro che potrebbe stendere un toro, ma non Redivo che ormai è un uomo in missione e pareggia di nuovo. A 68 secondi dalla fine, Dell'Agnello infila il gancio del vantaggio; sbaglia Johnson, che dall'ingresso di Miani l'ha vista molto meno, Redivo però si infila in un vicolo cieco quando alla fine mancano 26 secondi. Un fallo di piede consegna l'ultima palla a Rimini a otto secondi dalla fine: dopo un timeout di Ferrari, la difesa griffata Pilla chiude tutti gli spazi; Marks, vecchio volpone, si tuffa contro Dell'Agnello quando mancano 4 decimi alla fine e di spazio non aveva un solo centimetro: per i tre direttori di gara, quelli che a basket non giocano, è fallo sul tiro, con conseguenti due liberi (del pareggio) regalati a Marks. Ancora supplementari, maledetti supplementari, per la Gesteco che non riesce, seconda volta in tre gironi, ad ammazzare la gara.
Redivo inagura il supplementare dalla lunetta, onestamente un fallo al massimo veniale; Tomassini infila due punti capolavoro, sbagliano dall'arco ancora loro due, Miani subisce ancora un contatto veniale e dalla lunetta è glaciale. Marks sbaglia da tre, Miani si infrange sulla difesa e perde palla. L'americano col numero 2 infila la retina dal pitturato, Grande difende sulla tripla di Eugenio ma per l'arbitro è fallo (per noi, lo diciamo, mica tanto): il capitano è meno preciso, 1 / 3 e la tripla di Justin Johnson, a metà supplementare, potrebbe essere un altro colpo da K.O. La Gesteco degli ultimi venti minuti, però, ha trovato le risorse morali e tecniche che le si riconoscono: Martino Mastellari si carica due tonnellate di responsabilità sulle spalle e le scrolla dalle spalle con facilità, 75-74 da tre a poco più di 2 minuti dal termine. Ci vuole una difesa 'seria', Jack difende con coraggio su Marks che lo abbatte: canestro di Simioni annullato, quinto personale per l'americano che saluta la compagnia. Miani realizza ancora da sotto, assistito deliziosamente dal cobra di Bahia Blanca; Grande spadella dall'arco, Miani converte il 79-74 che sa tanto di mezza vittoria. Justin Johnson non ci sta, -2; Redivo sbaglia a 11 secondi dal termine? Nessun problema: sono Gabriele, risolvo problemi, prendo rimbalzi e realizzo l'81-77. Tomassini sbaglia da tre dopo il doveroso timeout, Miani svita l'ennesima lampadina (13esima) e Mastellari subisce fallo, suscitando le ire di Ferrari che voleva lasciare andare il cronometro, questione di differenza canestri. Martino fa 1/ 2, 82-77 e tutti a Trieste.
Aveva ragione, quindi, Dell'Agnello quando alla fine della gara di Forlì urlava 'd'ora in poi sempre così': nel primo tempo l'edizione-Nardò, nella seconda quella bella, entusiasmante, coinvolgente che dal 2020 ci si ricordava.
E al PalaRubini arriva Vince Cole.