GSA, contro la Scaligera un solo risultato possibile.
Non guardo la classifica, che non mi preoccupa né mi interessa: l’A.P.U. deve però tornare a correre dopo due sconfitte in trasferta. Lasciare i due punti a casa-Virtus era preventivabile, la brutta battuta d’arresto di Chieti (rullati dai casalinghi abruzzesi) mi è risultata invece decisamente indigesta.
La truppa di coach Lardo affronta la Tezenis con ancora diversi punti di domanda: la condizione del figlio del Bronx, reduce da un brutto infortunio ma smanioso di dare il proprio contributo, esattamente come Joel Zacchetti e la sua schiena malandata; l’adattamento ai nuovi schemi di Abdel Fall, simbolo di una batteria di lunghi un po’ leggerina (il 39enne Michelori ci ha mangiato in testa a Bologna) che sta vivendo sulle spalle dell’eroico Michele Ferrari e di Okoye, fromboliere principe in assenza di Ray che fa spesso pentole e coperchi; la rezione al rilascio di Cuccarolo e di Castelli, un ala grande che contribuiva anche sotto le plance; il reintegro dopo qualche anno di Danny Mastrangelo, preciso al tiro a Bologna ma dal quale ovviamente ci si aspetta di più. E il dito rotto di Mauro Pinton, che sarà comunque della partita. Sonnyboy Traini e Vitto Nobile, poi, dovranno aggiungere sostanza alle loro prestazioni; soprattutto qualche punto in più.
La Scaligera la conosciamo, ancorché cambiata da quella sconfitta al PalaOlimpia all’andata: mix di esperienza e gioventù, con gli ultratrentenni David Brkic sotto canestro e Robinson e Boscagin sugli esterni; con Dane DiLiegro a svitar lampadine, italo-americano che qualcuno ventilava sulla via di Udine in uno scambio con Joel in qualità di “passaportato” prima della firma di Fall; la sostanza del girgentino Portannese, la freschezza di Frazier e del neoarrivato Amato (scuola Olimpia da cui giunge in prestito ai veronesi). È triste sottolineare come i gialloblu abbiano cambiato marcia dopo l’esonero di Fabrizio Frates, un gentleman della panca, ma Luca Dalmonte non è affatto da meno in quanto a professionalità: il 53enne imolese, infatti, arriva in Veneto sulla scorta di una lunga esperienza in massima serie, con recenti avventure in Turchia (Fenerbahce) e Virtus Roma, e di certo sa far giocare al basket le proprie squadre.
Ma Udine non ci deve pensare: bisogna semplicemente segnare, segnare e segnare; e difendere, difendere, difendere come non ci fosse un domani. Le vittorie con coach Lardo, ed in generale in questo meraviglioso sport, si costruiscono prima sotto il proprio canestro e solo in seguito attaccando quello avversario: non per niente anche nel paese che mi ospita, e che oggi mostra la pallalcesto più bella, si guarda con fastidio a spettacoli come il recente All-Star Game in cui si sono segnati più di 300 punti. E nel basket europeo, in più rispetto a quello americano, c’è pure la tatticissima difesa a zona...
Al solito, palla a due alle diciotto, in un PalaLongobardi che si preannuncia ribollente di tifo. Come detto per la prima volta mancherò l’appuntamento, dalla mia gabbia dorata a stelle e strisce cercherò, prima di volare via dal Jersey in direzione Carolina del Nord, di seguire la diretta testuale che Tuttoudinese produrrà da Cividale.
Direttore, per stavolta Te la lascio... Parola d’ordine: vincere, per cominciare un’altra striscia vincente che ci porti dritti al 19 marzo.