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Gentile: "Apu Udine? Potevo rimanere ma volevo l'A1"

di Samuele Marcon

L'ex Apu Udine Alessandro Gentile, e attualmente in forza a Scafati, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, tra cui la voglia di riscatto dopo la parentesi in A2, anche se l'ex numero 5 bianconero non la pensa così: “Non cerco riscatto. Non devo dimostrare nulla agli altri, solo a me stesso. Vado sempre in campo per vincere e Scafati mi ha dato ciò che vuole coach Sacripanti. Se devo partire dalla panchina per il bene della squadra, a me va bene”.

Il classe 1992 ha disputato la scorsa stagione con la maglia dell' APU Udine: "Non mi sono sentito per nulla sminuito ad andare a giocare in A2 con Udine l’anno scorso. Mi sono infortunato seriamente nella fase più importante del mercato. In Friuli hanno scommesso su di me e non finirò mai di ringraziarli. Potevo rimanere ma volevo la Serie A. Ora Scafati va benissimo ma penso anche al futuro, voglio vincere e tornare a giocare in Eurolega”.

Gentile ha già vinto la partita più difficile, quella contro la depressione: “La gente vede noi sportivi come dei supereroi: invincibili, sempre sorridenti e senza problemi. In realtà siamo uomini come tutti gli altri, con le nostre debolezze che spesso tendiamo a nascondere per il ruolo che rivestiamo. Le tragedie della vita ci colpiscono allo stesso modo di chiunque altro, un disagio, la morte e la malattia sono sempre pronte a farsi avanti. Il destino non distingue tra famosi e sconosciuti”.

La guardia-ala ha affermato di essere molto maturato nel corso degli anni, sia dal punto di vista professionale, che caratteriale: “Sono come quei calciatori che iniziano la carriera da centravanti e finiscono a giocare in difesa! Se ci fossero le figurine nel basket, nella mia, alla voce ‘ruolo’ ci sarebbe scritto proprio ‘libero’. Scherzi a parte, sono un giocatore che adora la metà campo d’attacco, ma per la squadra faccio qualunque cosa”. Il mio carattere è sempre lo stesso. Ora però, con gli arbitri c’è più dialogo. Perdere è fastidioso e dentro di me regna sempre la 'cazzimma' di famiglia. Non c’è un Gentile che non adori vincere e, statene certi, sarà così anche per Nando Jr. e Dusan”.


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