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APU Udine, Vertemati: "Sapersi sacrificare fa la differenza"

di Francesco Maras

Adriano Vertemati, coach dell'APU Udine, è stato ospite del podcast Palla A2, territori a canestro. Alessandro De Pol ha inserito la squadra bianconera al primo posto nella sua De Pol Position - rubrica dedicata alle migliori prestazioni settimanali - dopo la vittoria contro Cantù. Il successo ha proiettato la squadra di Vertemati al secondo posto in classifica, ma arriva prima delle festività natalizie. Il coach spiega qual è il suo metodo per non perdere la concentrazione: "Ci alleneremo alla vigilia, Natale e Santo Stefano. Penso sia la cosa migliore per rimanere in forma sia fisicamente sia concentrati sull’obiettivo. Il campionato è molto lungo, sappiamo che questo è il nostro lavoro. Abbiamo più tempo libero durante l’estate, ma non ci sono festività che tengano: siamo molto focalizzati. Per me è anche un’abitudine piacevole".

Contro l'Acqua San Bernardo Cantù è stato determinante limitare De Nicolao e Basile; Vertemati ha spiegato che c'è stato un lavoro specifico, senza rivelare i particolari, sui due giocatori, tenuti a 18 punti complessivi. La gestione di Da Ros, gravato da quattro falli fin dal terzo quarto ma tenuto in campo, è stata una scelta particolare: "Mi sembrava che Matteo avesse fatto i falli che voleva fare e non costretti da una difficoltà in difesa. Sapevo perfettamente che sarebbe stato in grado di rimanere in campo senza farli necessariamente. Mi dava equilibrio come sempre, sapevo che poteva mettere un canestro da tre punti e aveva presenza a rimbalzo, quindi perché toglierlo?".

Udine può contare su diversi protagonisti e, nonostante la mancanza di un playmaker puro, sa sempre a chi affidare il pallone. Ma come si allena questa qualità? "Chi ha i playmaker classici? Funzionano ancora? È una provocazione alla quale non so dare risposta. Noi giochiamo e prendiamo quello che ci lascia la difesa, sappiamo che alcuni giocatori in certi momenti hanno un po’ più di abitudine a prendersi responsabilità. Non per forza dobbiamo far fare 30 punti a Hickey o 25 ad Alibegovic: se un giorno i punti sono 23 di Caroti è perché questo diceva la partita. Il vantaggio di avere una squadra con tanti giocatori forti e abili, ma anche capaci di aspettare di sacrificarsi per far splendere un compagno, molto spesso fa la differenza".

La vittoria contro la squadra che aveva appena battuto la capolista Rimini non cambia però la percezione che Udine ha di sé stessa: "Non cambia niente. Basarsi solo sull’ultimo risultato non serve a niente. Si parlava di noi dicendo che tiriamo solo da tre punti, che i lunghi non sono di livello, che Hickey non è un playmaker, però abbiamo vinto spesso; dopo la sconfitta contro Livorno e dopo aver faticato contro Rieti dicevano che non eravamo consistenti. Oggi vinciamo contro Cantù è siamo magicamente di nuovo una contender. Per noi non è cambiato nulla, continuiamo a lavorare".

Molte squadre stanno sondando il mercato per rinforzare il roster, ma l'APU non sembra intenzionata a farlo: "In questo momento non abbiamo alcuna intenzione di fare movimenti perché siamo contenti di quello che abbiamo. È chiaro che una società come la nostra con le ambizioni che ha è sempre vigile, quindi siamo sempre attenti. Bisogna sempre considerare se ci sono opzioni che ti permettono di fare un salto di qualità". 


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