Apu Udine, Pedone: "A1 un sogno che avevamo da tempo, abbiamo un forte radicamento con il territorio"
Nella serata di ieri, il Presidente dell'Apu Udine Alessandro Pedone è stato ospite della trasmissione "Zona Cesarini" a Rai Radio 1. Il numero uno della società friulana ha parlato dello storico traguardo della promozione in Serie A1, trattando poi anche tanto altri argomenti.
Queste le sue parole: "Stiamo ancora festeggiando, tutta la città e tutto il Friuli è in festa perchè era un sogno che avevamo da tanto tempo. L'ultima promozione dalla A2 alla A1 era del 2000, targata Snaidero, poi 16 anni fa il progetto Snaidero chiuse. Noi a quel tempo stavamo partendo con un nuovo progetto, un gruppo di amici ed ex giocatori che però avevano ancora molto da dire in campo. Partimmo dalla Promozione, poi vincemmo Serie D, C2 e C1 e anche la Serie B dopo tre anni con coach Lardo. Poi ci sono stati nove anni di dura Serie A2, perdendo anche due finali playoff, una con Napoli e una con Verona, una Coppa Italia portata a casa e poi finalmente quest'anno con il direttore Gracis e con coach Vertemati una grande promozione con 30 vittorie e solo 8 sconfitte. Siamo molto felici e ci teniamo molto a ricordare da dove veniamo, perchè abbiamo un forte radicamento con il territorio e abbiamo fatto molta gavetta"
"Io sono un imprenditore da diversi anni e fare pallacanestro, professare sport è un po' una restituzione ad una terra che mi ha dato tanto, che non è originariamente mia perchè io sono venuto qui a 17 anni da Fano. Io ho sempre fatto sport nella mia vita, e un giorno mia moglie mi portò nel 2000 a vedere una partita della Snaidero. Non ci si poteva non innamorare di questo sport stupendo. Sono partito piano piano prima come sponsor poi impegnandomi sempre di più. Oggettivamente con un pubblico fenomenale che ci segue da sempre. Noi abbiamo un palazzetto di 3500 posti in una città che conta però 98 mila abitanti, con accanto a noi lo Stadio Friuli e riusciamo a prendere un po' di luce riflessa anche dall'Udinese Calcio. In aggiunta, oltre ad un forte radicamento con il territorio, abbiamo anche un forte gruppo di sponsor che io cito sempre, primo su tutti il gruppo Old Wild West di Marco Di Giusto che è sempre stato al nostro fianco. Abbiamo sempre fatto insieme questo percorso negli ultimi anni, aumentando sempre anche il Parterre. Come pubblico siamo sempre circa a 3400 persone di media a partita, con tante famiglie e circa il 50/52% di pubblico femminile. E' un momento di condivisione, in un orario utile anche per le famiglie. Quindi se mi chiedete perchè ho iniziato questo progetto io rispondo che l'ho fatto per questi motivi, un po' per restituire il successo che ho avuto nell'imprenditoria e un po' perchè è una cosa meravigliosa vedere tutte queste persone unite.
E' tutto un movimento che nasce dalla base. Poi dopo lo sport è cattivo, non è che ti meriti le cose e ti vengono date. Noi abbiamo perso come detto due finali playoff. A volte mi chiedono quando ho capito che avremmo vinto, io dico che l'ho capito ad un minuto dalla fine della gara decisiva. In più è stato "beffardo" il fatto che avessimo dovuto giocare la partita decisiva contro la seconda, con una super Rimini a cui auguro ogni bene".
Il Presidente Pedone si sofferma poi sulla figura del capitano dell'Apu Udine, Mirza Alibegovic: "Mirza Alibegovic è un ragazzo della città visto i trascorsi di suo padre. Per una serie di motivi a me poco nati ha giocato in giro per l'Italia ma a Udine non giocò con la Snaidero inizialmente e quindi riportarlo a casa è stato per noi fondamentale due anni fa. Aveva una gran voglia di vincere e di essere il capitano. Vincere per lui, al Carnera, dove suo padre 25 anni prima aveva vinto contro Barcellona Pozza di Gotto è stata una bella e rara storia di sport. Il ragazzo è felicissimo e soprattutto è una bandiera per il nostro territorio. Quel cognome si sentirà qui per molti anni come lo si sono sentiti i nomi della grande Snaidero".
Sui possibili cambiamenti in vista della Serie A1: "Udine sale in A1 con umiltà. Perché ce la siamo meritata e perché abbiamo visto esempi di società che hanno annusato la A1 anche solo una stagione e poi sono retrocesse quindi bisognerà stare molto molto attenti. Noi andiamo per mantenere la categoria e per fare un campionato di tutto rispetto. Noi vorremmo mantenere l'ossatura della squadra, considerando però che in A2 hai solo due posti per giocatori extracomunitari mentre in Serie A1 ce ne sono cinque o sei, dipende dal modulo che scegli. Noi riteniamo di avere già dei giocatori che per caratteristiche fisiche e tecniche possono dire la loro anche nella massima serie, come proprio nel caso di Mirza Alibegovic che l'ha già fatto in passato. Secondariamente perché abbiamo comunque giocatori importanti, come ad esempio Hickey. Lo posso dire che è sotto contratto e resterà con noi. Hickey ha fatto un campionato strepitoso. E' arrivato qua ad Udine con alcune perplessità, mentre nella realtà dei fatti è stato il nostro baricentro per tutto l'anno. Appartiene a quella lunga stirpe di grandi playmaker americani che quando te li trovi davanti hanno un primo un passo che diventa difficile da gestire, oltre ad una grande visione di gioco. Hickey, con l'aiuto anche di Caroti, è riuscito a far giocare al meglio tutti i nostri dieci titolari, perché faccio fatica a definire qualcuno come riserva in questa squadra. In più c'è il grande merito di coach Vertemati. Noi arrivavamo da una storia di coach con qualche anno in più di lui e con qualche carriera più lunga. Io però volevo a tutti i costi avere una linea verde e avere un coach più giovane. Adriano innanzitutto è determinatissimo, parla poco e lavora molto. Traspariva in lui sin dal primo momento grande voglia di vincere. Anche lui lo abbiamo rinnovato adesso per altri due anni".