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Antonutti: "Mi hanno osservato scout di Indiana Pacers e Houston Rockets"

di Davide Marchiol

Intervista fiume ai nostri microfoni per Michele Antonutti, che ha deciso definitivamente di ritirarsi dal basket giocato. Il Cigno di Colloredo si è soffermato su tantissimi passaggi della sua lunga carriera nel mondo della palla a spicchi. Si comincia con un estratto su quelli che sono stati i suoi inizi: “Quando giocavi in quel periodo in Italia o era l’NBA il sogno o non c’era altro. Facendo bene qua si poteva provare di là, in quel periodo lì c’erano grandi giocatori, avevamo vinto l’argento olimpico. Emozioni per l’NBA vere le ho avute in una tournee con l’Italia, c’erano Vitali, Datome, Belinelli, giocatori che ha fatto in carriera 20 anni di Serie A ad alto livello o NBA. Gli americani ci fanno giocare contro i college, diamo 30 punti a tutti, quindi viene chiesta qualche squadra buona per giocare nella tournee. Quindi iniziano a farci giocare contro università più importanti, anche quella in cui è cresciuto LeBron James. Lì ricordo che in una partita ci fu un occhio di Houston Rockets e Indiana Pacers, erano interessati ad alcune mie caratteristiche. Però quello che vedevano le franchige è che per noi sarebbe servito una crescita fisica, perché tecnicamente capivano che potevamo starci. Era il 2004 o 2005. Avrei scelto Houston perché c’era McGrady. Comunque era bella l’idea di aver avvicinato un mondo che sembrava normalissimo. Adesso è più immediato, l’NBA la vedi tutta. Vedere però ai miei tempi Michael Jordan era difficile, dovevo aspettare Space Jam”.


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