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Antonutti e l'inizio della carriera: "Edi Snaidero mi disse di lasciare Udine"

di Davide Marchiol

Intervista fiume ai nostri microfoni per Michele Antonutti, che ha deciso definitivamente di ritirarsi dal basket giocato. Il Cigno di Colloredo si è soffermato su tantissimi passaggi della sua lunga carriera nel mondo della palla a spicchi. Si comincia con un estratto su quelli che sono stati i suoi inizi: “Ho iniziato molto presto, oggi si legge di ragazzi giovani a 25/26 anni, una volta a 18 anni, per mentalità balcanica, o sei o non sei. Per loro devi smettere di essere bimbo. Guardate Doncic, a 20 anni già aveva fatto molto. A 14/15 anni fui acquistato e fece scalpore al tempo, perché era il primo acquisto di un giocatore di Udine dopo tanti anni, ci fu una bellissima presentazione all’hotel Astoria e sentii già la bella pressione di essere un giocatore di Udine. Primo compagno di camera fu Michele Mian, andai sotto la sua ala. Aveva regole molto rigide, era per il no televisione, leggeva, aveva orari precisi, amava la sua pipa. Io a 15 anni avevo esigenze diverse, volevo magari vedere i cartoni in tv, ci fu uno stacco importante tra bambino e uomo in soli due giorni. La consapevolezza di poter diventare professionista è arrivata presto, c’erano investimenti importanti da parte della federazioni, ero in nazionale giovanile ma lo staff era praticamente lo stesso delle squadre di Serie A, non c’era il concetto quasi di giovanile, eravamo ragazzi giovani ma già nel giro della Serie A. Ho avuto la fortuna di avere Luigi Crosetti come allenatore, che mi ha messo l’idea che in estate si fanno i giocatori, in inverno le squadre. In estate bisognava lavorare molto. Nei miei disegni fin da piccolo c’era la pallacanestro e quindi mi chiedessero cosa avrei fatto se non avessi giocato a basket non saprei dirlo”.


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