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Antonutti e il ritorno a Udine: "Stop al campionato una mazzata, era quello buono"

di Davide Marchiol

Intervista fiume ai nostri microfoni per Michele Antonutti, che ha deciso definitivamente di ritirarsi dal basket giocato. Il Cigno di Colloredo si è soffermato su tantissimi passaggi della sua lunga carriera nel mondo della palla a spicchi. Dopo i passaggi tra gli inizi e i sondaggi dalla NBA, ecco il ritorno a Udine:  “Eravamo pronti tutti e due, serviva quello, avevo da completare un percorso, sogni da inseguire. Quando Udine cominciava a essere interessante ero a Biella e giocavamo contro Udine, gioco sempre da professionista e mi è dispiaciuto ovviamente tantissimo doverla eliminare, però fa parte del film della vita. A me interessava in primis che ci fosse mentalità, ovvero pensare da grande e l’incastro è stato perfetto. Poi chiaramente il #iorestoacasa è un’altra particolarità della carriera, pensavo di tornare a Udine trovando il Carnera sempre pieno perché si era riformato un seguito importante. Fu un anno incredibile, eravamo fortissimi e c’era solo Ravenna in quel periodo come rivale vera, eravamo pronti, lo dissi ai ragazzi ‘se buttiamo quest’anno siamo dei matti’, poi però si è fermato tutto ed era l’anno buono. Sapevo che negli anni precedenti era durissima, quello era l’anno che capita a volte in cui sei veramente la più forte. C’erano giocatori importanti, Luca Vitali mi disse che Beverly ci avrebbe fatto divertire con le sue schiacciate e il suo atletismo e Udine ha un po’ l’ossessione dell’americano ben strutturato sotto canestro. Avevamo giocatori d’alto livello, il rinforzo fu Strautins che ha giocato poi in A, nazionale lettone. Ma tutte le squadre da quell’anno lì in poi sono state forti”.


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