La seconda esperienza da allenatore dell’Udinese non è andata affatto bene, rispetto invece alla prima volta sulla panchina dei friulani, che l’aveva messo in luce come uno dei tecnici emergenti del massimo campionato italiano. Stiamo parlando di Gabriele Cioffi, che gli addetti ai lavori e gli appassionati di quote calcio già da qualche tempo avevano intuito come sul filo del rasoio alla guida dell’Udinese. E, purtroppo, hanno avuto ragione, visto che è finita proprio così. Proviamo aricostruire la carriera del tecnico toscano e gli aspetti positivi e quelli negativi sulla panchina dei friulani.

Una carriera da allenatore partita dal basso

Fare la gavetta è un concetto che Cioffi conosce molto bene. Una carriera da calciatore che l’ha visto grande protagonista con la maglia del Mantova in serie B, esordendo nel massimo campionato con il Torino, che l’aveva ingaggiato da svincolato. Dopo l’esperienza con Ascoli, Albinoleffe e Carpi, per Cioffi si aprono le porte della carriera da allenatore. Il primo passo è quello di vice allenatore proprio del Carpi, la squadra in cui ha giocato per l’ultimo tratto della sua carriera. Un’esperienza non particolarmente positiva, dato che viene esonerato in compagnia del tecnico Tacchini dopo qualche mese. Anche la panchina del Gavorrano non gli porta chissà quale fortuna, dal momento che il percorso si separa, per differenti vedute sugli obiettivi, con la società. Cioffi, probabilmente scottato da quello che è successo, prende una decisione forte, ovvero lasciare l’Italia e cominciare una nuova esperienza lontano da casa.

E Cioffi lo fa davvero lontano dalla sua Italia, partendo per l’Australia. Lì ricopre il ruolo di tecnico delle giovanili dell’Eastern United di Adelaide. Contestualmente, sviluppa una proficua collaborazione con l’Aston Villa nei panni di direttore tecnico dei centri estivi che il club londinese organizza sul territorio italiano.

Nel 2015 riprende a vestire i panni dell’allenatore, rivestendo tale ruolo per la formazione Beretti del Sudtirol. Anche in questo caso, però, un’occasione importante che gli viene offerta dopo qualche mese porta Gabriele Cioffi a voltare pagina, accettando l’offerta di assistente allenatore di Henk ten Cate all’Al-Jazira. Un anno dopo la sua carriera di assistente si sposta in Inghilterra, in modo particolare nel campionato di Championship. L’offerta del Birmingham City, visto il ruolo di collaboratore di Gianfranco Zola, è molto interessante e Cioffi l’accetta al volo. L’anno dopo arriva l’esperienza, sempre nella veste di assistente, con l’Al Dahfra, una compagine con cui si raggiunge l’ottimo obiettivo della salvezza. L’anno successivo arriva l’esperienza con il Crawley Town: il campionato è quello della quarta divisione inglese e i due anni passati lì sono serviti a Cioffi anche ad ottenere l’abilitazione per poter allenare in prima categoria.

L’esperienza in Friuli

L’esperienza in bianconero in Friuli è partita nei panni di vice allenatore: era il 6 settembre 2020 quando Cioffi ha dato il suo ok al profilo di vice allenatore di Luca Gotti. Tre mesi, tanto basta all’Udinese per decidere di terminare la stagione di Gotti e di affidare, invece, le chiavi della squadra a Cioffi. Il tecnico di origini toscane prende in mano la compagine friulana quando ha collezionato solo 16 punti in 16 match, trovandosi al quattordicesimo posto in classifica. Il pareggio con il Milan e le successive buone prestazioni convincono la società a tenerlo in panchina fino alla fine della stagione. Un anno che si chiude abbastanza positivamente, visto che l’Udinese staziona al dodicesimo posto, con 47 punti. Ebbene, ben 31 di quei punti sono arrivati nelle 22 partite in cui a gestire la panchina è stato proprio lui. A fine maggio, però, arriva la decisione di non rinnovare il contratto con l’Udinese, provando invece l’esperienza di capo allenatore al Verona, anche se nel giro solamente di poche settimane viene esonerato.

Subentrato a Sottil, ha subito ripreso in mano le redini dell’Udinese

Nel giro di qualche settimana, l’Udinese ha cambiato completamente volto dopo una partenza decisamente complicata con Sottil in panchina. La prima vittoria dopo il cambio di panchina è arrivata in modo decisamente importante, una di quelle che non capitano di frequente durante una stagione. Sì, dal momento che i friulani hanno sconfitto il Milan sul campo di San Siro, grazie a un gol di Pereyra.

Cosa è cambiato tra la prima e la seconda esperienza in Friuli

La seconda esperienza alla guida dell’Udinese non è stata certamente positiva come la prima. Un percorso completamente differente rispetto a quello della stagione 2021-2022. In quell’occasione, infatti, il tecnico di origini fiorentine era riuscito a dare una notevole impronta di gioco alla sua compagine. Uno dei suoi meriti era stato sicuramente quello di riuscire a plasmare i suoi giocatori verso una mentalità più offensiva. Un aspetto che è mancato fin troppo di frequente in questa stagione, dove la continuità dei risultati non è mai arrivata. Un elemento che sicuramente gioca a favore di Cioffi è legato alla squadra a sua disposizione. Nella prima stagione alla guida dell’Udinese, gli interpreti erano differenti e consentivano anche di adottare un modulo diverso. Ad esempio, l’aspetto più diverso si è notato sugli esterni. Cioffi ama il modulo del 3-5-2, puntando notevolmente sulla grinta e sulla spinta dei due esterni. Nella stagione 2021-2022 agivano sulle fasce Molina e Udogie ed è chiaro che questo aspetto faceva la differenza, dato che si trattava di giocatori di gamba, in grado di coprire senza problemi tutta la fascia sia in fase difensiva che offensiva.

In questo modo, l’Udinese poteva essere pericolosa su entrambe le fasce. In quest’annata Cioffi ha cercato di individuare gli interpreti giusti, ma nessuno è stato in grado di convincere completamente. Anche dal punto di vista offensivo, però, qualcosa non ha funzionato a dovere. Cioffi nel 2022 poteva contare su una coppia di attaccanti che ha saputo valorizzare al meglio, ovvero Beto e Deulofeu, portando entrambi a raggiungere la doppia cifra in termini di reti segnate. La rosa dell’Udinese è cambiata notevolmente, ma è pur sempre vero che in questa seconda esperienza Cioffi non è riuscito a trarre il massimo dai suoi ragazzi.

La maledizione stagionale: i finali di partita

Uno degli aspetti che, purtroppo, è stato decisivo per la mancata permanenza di mister Cioffi sulla panchina dell’Udinese è sicuramente il fatto di crollare spesso e volentieri nei minuti finali delle partite. Un trend che è durato per tutta la stagione e che purtroppo è costato un gran numero di punti alla compagine bianconera. Punti che, come si può facilmente intuire, avrebbero cambiato totalmente la stagione, portando quantomeno a una salvezza più che tranquilla. Gli ultimi dieci minuti di gara sono stati decisamente un problema in tutta la stagione dei friulani. Cioffi non è riuscito a trovare una soluzione a questa situazione, che avrebbe portato in dote all’Udinese, se gestita in maniera completamente diversa, qualcosa come 17 punti in più rispetto a quelli attuali.

Sezione: Notizie / Data: Gio 02 maggio 2024 alle 00:09
Autore: Redazione TuttoUdinese
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