Ultimo appuntamento della stagione anche per quanto riguarda gli eventi dell’Udinese Club House. È stato ospite di oggi dell’auditorium della Dacia Arena il neo direttore del Corriere dello Sport – Stadio Ivan Zazzaroni, storico giornalista sportivo ma da qualche anno anche giurato nella trasmissione televisiva “Ballando con le stelle”. Tifoso del Bologna da sempre ma al contempo molto legato alla famiglia Pozzo e amico dell’Udinese da più di vent’anni.
 

La platea, come al solito molto numerosa ha avuto modo di ascoltare le sue opinioni sul calcio, ma non solo, oltre a tanti aneddoti sulla sua ormai lunga carriera di cronista e opinionista sportivo.
 

Sulla Nazionale.
 

La mancata qualificazione dell’Italia agli ultimi mondiali è stata una vera e propria debacle, una sconfitta su tutti i fronti: sportiva, economica e anche sociale perché credo che saranno ben pochi gli italiani che nelle prossime settimanel si raduneranno nei bar o nei locali per guardare le partite delle altre nazionali. Non mancavamo a un Mondiale esattamente da 60 anni e questo la dice lunga, credo però che tutto ciò porterà pochi cambiamenti nei vertici della Federazione.
 

Il futuro della Nazionale con Roberto Mancini.
 

Mancini è sicurtamente un grande allenatore dalla buona esperienza, ma non si gira pagina cambiando il commissario tecnico e con nuove convocazioni. Servono i fuoriclasse e serve iniziare a farli crescere. Io adoro Roberto Mancini perciò posso solo essere felice della scelta fatta dalla Federazione. Lo conobbi quando esordì nel Bologna a 16 anni e lo voleva la Juventus prima ancora della Sampdoria dove poi finì. Da quella volta nacque una bella amicizia che mi lega tutt’ora dopo 38 anni. Lo considero un grande uomo di calcio al quale auguro di incidere in Nazionale. Purtroppo però l’Italia non sforna giocatori di grande qualità, l’allenatore servirebbe per gestire i campioni che purtroppo in questo periodo non abbiamo, pertanto temo che non avrà una vita facile.
 

Campionato: quando il Napoli vinse a Torino sembrava che avesse lo scudetto a portata di mano, ma poi... 
 

Sei anni fa una persona che conosce molto bene il mondo del calcio mi disse che la Juventus avrebbe vinto dieci scudetti di fila. Molti dicono che li vince solo grazie agli arbitri, ma la realtà è che sono un passo avanti rispetto alle altre squadre, hanno uno stadio di proprietà, un grande know how, pertanto non ho mai creduto che quest’anno potesse farcela il Napoli. Ci speravo ma non ci credevo. Lo stesso Sarri ha sostenuto più volte che l’ambiente di Napoli, non abituato a vincere, è motivo di handicap. La Juventus è stata molto meno brillante rispetto agli altri anni, ma le individualità dei campioni si sono rivelate risolutive.
 

Sul Var.
 

Il var è uno strumento importante perché nel calcio degli anni duemila non è più possibile farne a meno e gli stessi arbitri ne hanno bisogno. È uno strumento fondamentale per ridurre gli errori gravi, non per eliminarli, ma per ridurli di molto sì.
 

Su Gianluigi Buffon.
 

Chiudere con il calcio per giocatori di quel livello è un trauma enorme. È una vita intera che finisce e che bisogna reinventare. O si è forti e strutturati oppure è difficile iniziare una nuova vita a 40 anni. Oltre a questo poi c’è la voglia per lui di rimanere ancora vivo e credo che lui si senta nelle condizioni di poter dare ancora qualcosa a questo mondo.
 

Sui Mondiali. 
 

Mi aspetto un Mondiale tecnicamente molto interessante, credo che la Russia la “spingeranno” almeno fino ai quarti, per la vittoria vedo molto bene  Germania, Argentina e Brasile.
 

Sull’Udinese.
 

L’Udinese mia auguro che riesca ad abbinare il grande impianto in dotazione ad una squadra altrettanto meritoria. La storia del club lo pretende perché quando c’è la società, la voglia di fare, lo stadio, il resto deve venire da sé. Quando c’è il teatro è necessario farvi recitare i migliori attori in circolazione. 

Sezione: Notizie / Data: Lun 21 maggio 2018 alle 14:30 / Fonte: udinese.it
Autore: Jessy Specogna
vedi letture
Print