Non lasciamoci abbagliare dall’andata: la Scaligera di Luca Dalmonte è cresciuta fino a raggiungere l’A.P.U. nelle posizioni di classifica che contano.

A Verona si vinse 61-77: da allora la variazione più importante è avvenuta grazie allo scambio con Roma: il vecchio guerriero isontino Simone Pierich in riva al Tevere, i centimetri di Mitchell Poletti fuori della Scala. E il trentenne globetrotter milanese ha premiato la scelta, mettendo a referto 11 punti e 6 rimbalzi di media. Con lui il roster gialloblu è più completo, ma piuttosto concentrato: in cinque, infatti, segnano 66 punti di media a gara, con le punte di diamante Green IV (l’ex tortonese ne firma diciotto a gara) e Jamal Jones (15) .

In generale la Tezenis, reduce dalle vittorie contro Montegranaro e Verona e la sconfitta casalinga contro la Fortitudo, segna quasi 80 punti a gara, tirando giù 33 rimbalzi di media. Ricordiamo che Udine, che ha lasciato un pochino troppo fare gli avversari delle ultime trasferte, segna meno (75) ma prende sette carambole di più a gara.

Quindi?

Quindi sarà una gara estremamente fisica: da tre Verona tira anche meglio di Udine, contendendole gli ultimi posti della speciale classifica nel girone; schiera diversi ragazzi atleticamente fortissimi, tra cui non sottovaluterei il coloured toscano Udom; non molla mai, testimonianza ne sia il numero impressionante (Bergamo, Orzi, Mantova, Trieste) di partite vinte per uno o due punti; è discretamente allenata da Luca Dalmonte, il quale subentrando al gentleman Frates l’anno passato portò i suoi giocatori ai playoff di A2; insomma un’altra squadra, e ci mancherebbe!, che non si batte da certamente da sola.

Non ho commentato la gara di Ferrara: stavo viaggiando da New York a Cleveland, potremmo dire da Knicks a Cavaliers; all’estero lo streaming di UdineseTV non si vede, e causa assenza di wifi sul volo non ho potuto che ascoltare la radiocronaca di Massimo Fontanini del solo primo tempo. C’eravamo: brutta sorpresa la sconfitta, appresa dai messaggi di amici tifosi appena dopo l’atterraggio.

Persa, per un parziale (0-14) preso nella seconda metà del terzo quarto; persa perché, a leggere le statistiche, il trio Panni-Moreno-(soprattutto) Cortese hanno messo 12 triple su 22 tentativi, con tutta Udine che ha firmato otto realizzazioni su trenta tentativi.

Non perfetti sconosciuti, ma al solito contro la GSA tutti si esaltano. E dopo Federico Massone, il prode Mascherpa (ventuno contro Udine, da lì in poi una media di cinque a gara...) ecco il passator Cortese (comunque uno da venti a gara che ne mette quasi trenta) e soprattutto la vecchia conoscenza Alessandro Panni: per l’ex-Bergamo quindici pezzi, tutti da tre, e soprattutto la conferma di una nostra convinzione.

Cioè che la GSA è una formazione talentuosa, completa, forte ma troppo spesso unidimensionale: se non difende alla morte, difficilmente porta a casa la ghirba. Le due vittorie (dovute) contro Roseto ed Orzi non mi hanno illuso sul recupero della forma friulana, da un po’ di gare perduta. E questo, in particolare, poiché gli infortuni a Pinton (doppio) e Benevelli tolgono soluzioni, imprevedibilità e punti ad un attacco, quello friulano, non certo punto di forza della truppa di coach Lino. Il quale ha plasmato una formazione aggressiva, resiliente, a propria immagine e somiglianza. La scelta di KayDee (quando in giro c’erano tiratori come Adam Smith, accasatosi a Orzinuovi dopo due tagli in stagione) è emblematica del fatto che l’A.P.U. abbia cercato un uomo-squadra, un trascinatore, un allenatore in campo anziché un talentuoso sparatore da tre, che può segnarne trentacinque o virgola, dipende come gli gira nella gara. Ed ogni accenno al recente passato è puramente voluta.

Soprattutto finiamola di dire che con Okoye era tutto un altro Veideman: Stan se n’è voluto tornare a Varese, con cui probabilmente esisteva già un preaccordo data la poca reattività dell’entourage del nigeriano alle offerte pervenute dalla società del Pres Pedone. Rain è stanco e si vede, ma tra acciacchi ed infortuni non è possibile fare come  la Fortitudo, che tiene fuori Mancinelli per qualche gara onde farlo rifiatare. E l’influenza dura e perniciosa passata dall’estone qualche settimana fa ha di certo contribuito ad alcune prestazioni così opache da renderlo irriconoscibile. Prendiamo atto della sua rinuncia alla nazionale, di cui è bandiera, per potersi allenare bene a Udine: è un professionista vero, presto sarà di nuovo uno dei migliori playmaker della categoria.

Udine dovrà essere brava a capitalizzare, una volta ancora, il gioco alto-basso  coinvolgendo i lunghi e gli esterni, dando al contempo pochi punti di riferimento agli ospiti. Verona è un’ottima squadra: Udine deve dimostrare di meritarsi non solo i playoff, ma anche e soprattutto una posizione di partenza consona. Ovvio che Poletti e soci chiuderanno i chiavistelli nel pitturato cercando di forzare Udine a tiri da fuori: Chris e Ciccio possono far valere solidità e verve offensiva, aiutati da Diop da cui attendiamo un altro piccolo step di crescita.

Verona, poi Jesi prima di affrontare la bella avventura della F8 di Coppa Italia proprio nella città marchigiana. Un paio di vittorie sarebbero viatico importante per affrontare al meglio Ferguson, Bowers (ex jesino), Chiarastella e soci.

Salto a due alle 18.00; arbitri Noce, Salustri e Capozziello. Niente telecronaca, ma radiocronaca streaming da EffeRadio sì. Divertiamoci, ancora una volta, tutti assieme.

Sezione: Focus / Data: Dom 18 febbraio 2018 alle 11:15
Autore: Franco Canciani
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