...Iachini, Delneri, Scuffet ed Angella.
Ci risiamo. Quanti anni sono ormai che dobbiamo convivere con una crescente mediocrità? Cinque anni di esoneri, mercati fatti male, poi corretti, poi fatti bene ma sempre senza quel tassello che mancava. Cinque anni di dichiarazioni da parte di tesserati che si confondono (benissimo) con quelle dei procuratori dei calciatori. Cinque anni di esoneri e programmazione tecnica nulla. E come potrebbe essere altrimenti? Come fai a programmare un mercato o uno sviluppo se solo negli ultimi tre anni si sono seduti sulla panchina dell'Udinese cinque allenatori?
Cinque anni di crescenti ritiri pre partita, in hotel di lusso. Cinque anni senza Europa, senza attaccanti che arrivino ad almeno 15 gol in una stagione. Cinque anni in cui si è distrutto più di quanto si sia creato. Giovedì ho guardato Arsenal Milan: ho pensato a quanto era più forte l'Arsenal che affrontò Guidolin rispetto a quello di oggi e a quanto abbiamo fatto più bella figura noi del Milan. Fra i rossoneri ho notato un Donnarumma che ha commesso un errore ben più grave di quelli di Scuffet, e mi sono chiesto: ma come mai il nostro marcisce in panchina e l'altro è titolare? Semplice, a Udine si dà la colpa ad altri, è lo sport preferito negli ultimi cinque anni.
Prima era colpa di un “bollito” Guidolin. L'allenatore che ti aveva portato al quarto e al terzo posto in campionato, che aveva reso ricchi i Pozzo e che per ringraziamento ha dovuto giocare un preliminare di Champions con Maicosuel al posto di Sanchez (no, dico...) improvvisamente era diventato un problema. Mai visto un allenatore diventare scarso dalla sera alla mattina. Ma a Udine è successo. Largo ai giovani! Un sopravvalutato Stramaccioni conduce un'annata mediocre, poi si cambia rotta e si porta sulla nostra panchina un esperto Colantuono. Buon girone di andata con ammutinamento finale in quel di Modena contro il Carpi; un girone di ritorno dove ognuno fa quello che gli pare e l'esonero. Arriva De Canio, due vittorie contro Fiorentina e Napoli ma l'ennesimo ammutinamento contro il Torino in casa. Ci salviamo con Kuzmanovic sempre migliore in campo ma non lo compriamo perché costa troppo: meglio Maicosuel, Guilherme e Bajic (sono costati singolarmente come sarebbe costato lo slavo).
Colpa loro! Degli allenatori! Cambiamo! Arriva Iachini, il primo che sistema la difesa dell'Udinese mettendo un esterno destro a fare il terzino destro e un centrale a fare il terzino sinistro. Si passa dalla difesa a tre a quella a quattro. Sette partite ed esonero perché non aveva dialogo con i giocatori... con chi? Con Thereau! Noi avevamo Bierhoff, Amoroso, Di Natale, Muzzi ed esoneriamo un allenatore perché non va d'accordo con un giocatore che arriva si e no a 10 gol a stagione?
Ieri il buon Beppe si è preso la giusta rivincita. Che possa non piacere il suo gioco, che non sia nel DNA più dei gusti delle piazza che della gestione Gino Pozzo, ma è un buon allenatore. Come tanti altri ha il demerito di aver allenato quasi sempre squadre in grave crisi tecnica (cosa ha fatto il Palermo dopo di lui?). Iachini ha preso un Sassuolo con giocatori vecchi e lenti, con attaccanti che volevano andare in altre società e perciò “demotivati” (come va di moda dire...); la ha rivoltata, ha cambiato modulo e ha messo dentro quella che Cosmi chiamava la benemerita “ignoranza”. Tanta corsa, pressing alto e cattiveria agonistica sul pallone. Ha vinto con quelle armi che qua lo hanno fatto esonerare. E con due o tre giocatori italiani presi dalla serie B (... commento?).
Delneri è stato prima inneggiato e poi schernito, un po' come Scuffet. A loro due sono stati fatti pagare errori di altri: nell'ordine Danilo, Hallfredsson, Samir e Udinese SPA. A Danilo mai nessuno ha chiesto nulla, a Scuffet sì, ad Angella anche. Delneri è stato esonerato, e un francese da sponda Firenze, pensando di fare bella figura, ha detto: “delle volte parlava in friulano”. Ah ecco... E Pioli come gli parla a Firenze, visto che i risultati sono addirittura peggiori? E qua chiedo ufficialmente scusa a Delneri, in un editoriale o due ne ho chiesto l'esonero, ma anche questa volta la colpa non era sua, come non era di Colantuono, di Iachini, di Guidolin e altri... Delneri all'andata rinunciò al bel gioco, probabilmente aveva capito che il giochino si stava per rompere, e mise dentro i corridori, gli operai: Ali Adnan, Matos, Perica e Lasagna di punta. Vincemmo con un gol di Barak, ieri in campo abbiamo visto il gemello scarso. Iachini nel ritorno, con la stessa modalità, ha reso evidenti le colpe di questa squadra.
Ieri, alla fine della partita, una brava collega (Francesca Spangaro) ha chiesto a Iachini come mai, secondo lui, l'Udinese di questi ultimi cinque anni ottiene pochi risultati. La risposta è stata coincisa quanto essenziale: "Un allenatore fa con quello che gli danno, per il resto dovete chiedere ad altri".
Le responsabilità sono semplici: sono di un capitano che viene inneggiato dopo gli errori (gravi) di Angella contro la Juventus e che è salvato prima da Bizzarri e poi da Adnan su due buchi grandi come autostrade che lascia nel secondo tempo. Di Behrami che per la seconda partita consecutiva non segue l'uomo che parte dal limite dell'area (Dybala a Torino, Sensi a Udine). Sono di chi ha operato sul mercato e ha dato una rosa che senza Lasagna non sta in piedi. La colpa è di tutti meno che dell'allenatore, per l'ennesima volta.
La colpa, soprattutto, è della società, che pensa che con i ritiri si possano cambiare i risultati. E già questo riflette la pochezza delle competenze di gestione tecnica e disciplinare della rosa. Della società che esonera allenatori e non ottiene mai miglioramenti se non risibili. La colpa è della società e dei giocatori che ottenuta la salvezza pensano ad altri lidi. La colpa è loro, unicamente loro!
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